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matteo meli (Small)“Una mobilitazione morale che cominci col prendere atto che quello che non funziona non sia la regola ma l’eccezione e che possiamo e dobbiamo urlare il nostro disagio, affinché qualcosa cambi per iniziare a cambiare tutto veramente ”.

Con questo appello si conclude il comunicato stampa diramato dal capogruppo del Nuovo Centro Destra in consiglio comunale, Matteo Meli, nel quale si intende dare forza al grido lanciato dal sindaco Pasquale Amato, facendo proprio un comunicato dell’ANCI Sicilia, sullo stato in cui versano gli enti locali. Nella presa di posizione  dell’AnciSicilia si fa riferimento alla situazione difficile che vivono le amministrazioni locali messe in ginocchio dagli insostenibili tagli da parte del governo nazionale e regionale e il fatto che siano “all’ordine del giorno episodi di violenza e di minacce ad amministratori comunali impegnati per la legalità e lo sviluppo e che, purtroppo, le scelte nazionali non solo continuano a mortificare comuni e Mezzogiorno ma non tengono minimamente conto che gli enti locali, negli ultimi anni, non si sono sottratti a dare il loro contributo al risanamento della finanza pubblica”. Per questi motivi, l’AnciSicilia ha anche proposto di collocare negli edifici comunali la bandiera della Regione siciliana a mezz’asta a scopo dimostrativo fino alla convocazione di un tavolo di confronto tra Stato e Regioni. Inoltre, il 9 febbraio propone che siano convocati in tutti i comuni dell’isola i consigli comunali con la partecipazione di sindaci e giunte per valutare  il documento del Consiglio regionale. Infine, propone che il 28 gennaio tutti i comuni dell’Isola, per 5 minuti, spengano le luci dei palazzi comunali e di una parte del centro città.

“Nonostante, la buona volontà messa in atto dagli amministratori locali –spiega Meli – non si riesce a far sorridere il popolo, braccato dall’impossibilità di tirare avanti e dalla stretta fiscale che oltre a creare disperazione nelle famiglie, lede gravemente la dignità personale di chi, la famiglia la deve tutelare e farla crescere. Dove l’amministratore non ha più il compito di gestire la cosa pubblica, ma lo sgradevole ruolo di esattore fiscale, raccattando quante più soldi possibili dalla propria comunità” .