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carmelo pullaraPubblichiamo una nota a firma del dottor Carmelo Pullara sulla gestione dei rifiuti solidi urbani.

La Sicilia delle proroghe, delle deroghe, del riciclo delle idee: tutti funzionari così competenti da essere bocciati dall’ANAC, Autorità anticorruzione, sul sistema della gestione dei rifiuti. ATO che da nove diventano 18 (ARO – Ambiti di raccolta “ottimale”), 260 per 390 Comuni, amministrazioni locali che si arrabattano tra discariche stracolme e servizi scadenti ed indecorosi.
La tanto agognata economia di scala, insieme al risparmio, alla snellezza e all’innovazione nella gestione dei rifiuti, oggi in Sicilia sono ancora tutti miraggi, a maggior ragione se osserviamo con quanta frammentazione viene gestita la raccolta e la dismissione dei rifiuti col conseguente peggioramento dei servizi che impoverisce solo le tasche di noi cittadini.  Girgenti acque è un esempio di esternalizzazione al privato e Dedalo Ambiente di internalizzazione del pubblico: tutti e due esempi fallimentari di mala gestione dei servizi.
Non ho di certo una ricetta di successo per la risoluzione di questo annoso problema, ma posso affermare che il bel vestito visto in vetrina (la gestione in house), una volta indossato, sicuramente mi appare fuori moda e mi ha fatto cambiare idea sulla sua apparente bellezza.
Perché la scelta compiuta nel 2013 da maggioranza e rivotata a fine 2015 da opposizione, alla luce dei dati odierni, non porterà sicuramente al risparmio dato che nel business plan elaborato per la nuova Società che gestirà la raccolta dei rifiuti a Licata troppo è destinato a capitoli di spesa relativi ad organi decisionali e a cariche e troppo poco al miglioramento dei servizi di cui dovrebbero usufruire i cittadini (per esempio la raccolta differenziata, il lavaggio e la pulizia di strade e cassonetti, etc…).
E’ di un’evidenza disarmante per tutti – amministratori e amministrati – la persistente carenza di qualità del servizio erogato susseguitasi negli anni (specialmente alla luce di quanto ci costa!).
Ovvio che la contemporaneità è diversa dal passato. Una scelta compiuta nel 2013 probabilmente andava contingentata al 2016, anno in cui la gestione in house appare già anacronistica, anche perché fallimentare nei Comuni ove è stata già testata.
Allora come fare per uscire da questa inefficienza? Nessuno vuole nuovi impianti di smaltimento o inceneritori sul proprio territorio e forse dovremmo cambiare proprio rotta: trasformare i rifiuti in risorsa, come ha fatto qualche Comune toscano. Questi Enti hanno investito su macchinari che trasformano il rifiuto in risorsa piuttosto che distruggerlo. Se ne parla da anni ma in Sicilia questa scelta appare ancora futuristica.
Licata, come del resto altri Comuni siciliani, è ancora immatura per affrontare grandi sfide ambientali: siamo ancora alla sperimentazione pilota per un piccolo quartiere che sta provando per la prima volta a differenziare.
Andrebbe fatta una riflessione scevra dai facili condizionamenti che provengono dall’innamorarsi delle prime idee. Anche se proprie. Anche se pure mie. Una riflessione approfondita su nuove scelte coraggiose da fare per il bene della città, anche se implicano un cambio di rotta rispetto al passato ma che conducano Licata ad una via di fuga dal tunnel vizioso della mala gestione dei rifiuti e dal consequenziale, purtroppo, inasprimento delle tariffe.
Esternalizzare il servizio, con una gara trasparente e sorvegliata dall’ANAC (Autorità anticorruzione) e un programma di assunzioni serio che preveda un percorso formativo preliminare per i futuri operatori, potrebbero essere le prime azioni da attuare, visto l’odierno stato dell’arte della nostra gestione dei rifiuti e alla luce delle esperienze negative della gestione in house degli altri Comuni: una scelta coraggiosa di revisione razionale delle scelte prima compiute e che per fortuna non sono irreversibili.

Dott. Carmelo Pullara