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Cambiano candidato sindacoProseguono le interviste del nostro sito ai candidati alla carica di primo cittadino. Dopo Angelo Biondi, oggi è la volta di Angelo Cambiano.

Dieci candidati. Dottore Cambiano, non siete troppi per una sola poltrona?
“In un paese democratico è comprensibile che le istanze dei cittadini possano trovare forme plurime di rappresentanza. Il numero così elevato di candidati a Sindaco lascia, tuttavia, obiettivamente perplessi. Il dubbio che ci coglie è che tale atomizzazione nasconda in verità interessi altri ed in primis quello di procurarsi un pacchetto voti da svendere, insieme alla fiducia degli elettori, in un eventuale ballottaggio. Qualora dietro ad ogni candidatura ci fosse, invece, un progetto politico alternativo, ben venga tale differenziazione. Essa risulta, infatti, sicuramente meno allarmante di un altro fenomeno al quale è dato assistere in questo contesto elettorale: quello delle alleanze posticce in cui, in un unico calderone, confluiscono forze politiche storicamente segnate da reciproca rivalità. Credo che il vero pericolo sia costituito dalla prospettiva di vedere i soliti noti che, intimoriti dalla sfiducia che l’elettorato ha maturato nei loro confronti dopo decenni di mala politica, uniti dall’interesse di mantenere viva la propria influenza sulle sorti della città, decidano di unirsi in difesa dello status quo. Un tentativo reazionario che mira a paralizzare la voglia di cambiamento della città”.

Anche in queste nuove elezioni per il sindaco nessuna donna. Significa qualcosa per Licata?
“Significa che nonostante la doppia preferenza di genere e dell’impegno volto ad incoraggiare la partecipazione femminile c’è ancora molto da fare in tale direzione. Sono convinto che la presenza delle donne in politica possa apportare quell’approccio del tutto personale, tipico del mondo femminile, 11103227_810945445655478_7784221257332375334_oprettamente programmatico. E’ noto che le donne sono molto concrete nella gestione della “res publica”, determinate nel realizzare gli obiettivi che si prefiggono e certamente meno avvezze degli uomini alla ricerca spasmodica di posizioni di potere. Credo che la mancanza di un candidato donna rappresenti un’opportunità persa per l’intera città sulla quale, all’indomani delle elezioni, si dovrà sicuramente riflettere con molta attenzione. Esiste già, tuttavia, un dato politico da non sottovalutare: il rapido dietro front effettuato da talune forze politiche, le quali hanno in un primo tempo decantato la propria sensibilità sul tema e, appena dopo, cedendo alle logiche alle quali ho fatto cenno sopra, senza tentennamento alcuno, hanno repentinamente ritirato in corsa l’unica candidatura femminile palesatasi in questa tornata elettorale. La mortificazione di una risorsa che, sicuramente, avrebbe meritato maggiore cura”.

Quante proposte utili per il governo della città ha finora ascoltato?
“A dire il vero, a parte la nostra, ben poche. Senza alcuna presunzione, ritengo che la proposta portata avanti dal nostro gruppo politico sia una delle poche ad avere realmente a cuore il bene della città. Altrove il vero problema, sinora, è stato quello di comprendere su quali interessi costruire le alleanze, piuttosto che pensare a come risolvere i problemi della città. Da parte nostra l’impegno è stato unicamente rivolto all’idea di Licata che, nel solco tracciato dall’Amministrazione Balsamo, intendiamo proporre ai nostri concittadini. Un’idea di città che nulla ha da spartire con gli intenti utilitaristici propri di un certo modo di far politica e che in pochi mesi è riuscita a dare importanti segnali di ottimismo e speranza ai cittadini. Tutto è migliorabile, ma di sicuro sappiamo cosa fare e da dove ripartire”.

Nonostante le difficoltà e le scarse risorse del momento cosa serve per creare vere occasioni di sviluppo?
“Licata è una città dalle potenzialità infinite, eppure, tutte mai adeguatamente colte dalle precedenti amministrazioni. Abbiamo uno splendido centro storico da rilanciare, terreni fertili, eccellenze enogastronomiche, una marineria dalle eccellenti tradizioni, spiagge che nulla hanno da invidiare a quelle di altre rinomate località turistiche, un porto che con adeguati interventi mirati è in grado di ritornare ad essere uno dei più importanti del Mediterraneo, sia dal punto di vista commerciale che turistico. Su tutte queste risorse occorre fare sistema, mettere in rete le competenze dei cittadini e incentivare gli investimenti dei privati che intendono portare posti di lavoro nel nostro territorio. L’amministrazione Balsamo, nella quale ho avuto modo di ricoprire il ruolo di Vice Sindaco, ha indicato qual è la strada da seguire dimostrando con i fatti concreti che, nonostante la contrazione delle risorse economiche, anche sfruttando l’importante filone dei finanziamenti europei, è possibile rimettere in moto una città da troppo tempo ferma. Una città che è stata tradita e ridotta a terra di conquista dei referenti politici di turno i quali, provenendo spesso da comuni altri rispetto il nostro, alcun interesse ha mostrato per Licata, se non quella di farne bottino. Occorre recuperare il senso di appartenenza alla città anche per difendere ciò che abbiamo e rischiamo di perdere. In tal senso, pensiero ed azione sono da rivolgere all’Ospedale S. Giacomo d’Altpasso, anch’esso svilito da quella politica tradizionale che piuttosto che potenziarlo ne ha permesso lo svilimento in favore di altre strutture ospedaliere limitrofe producendo nel tempo uno stato di fatto che oggi prospetta la chiusura del punto nascite”.

Ci sono, a Licata e ovunque, imprenditori che chiudono bottega e altri che protestano a causa delle tasse imposte dal governo nazionale. Fuori dalla demagogia, quante possibilità ha un sindaco di poterle ridurre?
“La politica fiscale imposta dal governo Nazionale e, in particolar modo voluta da PD ed NCD, che non dobbiamo dimenticare essere parte della coalizione in appoggio ad uno dei candidati sindaci che parteciperanno alle prossime elezioni amministrative della nostra città, hanno progressivamente stretto in una morsa le finanze della stragrande maggioranza delle famiglie italiane. Da ultimo, l’approvazione dell’IMU agricola da parte delle medesime forze politiche, rappresenta l’ennesima minaccia che incombe su quanti, piccoli e medi imprenditori, decidono di investire tempo e denaro nel nostro territorio. Ciò che è indispensabile fare è realizzare la tanto evocata razionalizzazione della spesa comunale evitando inutili sprechi, limitando al minimo le esternalizzazioni dei servizi e valorizzando le risorse esistenti in seno all’amministrazione comunale. Dalla nostra abbiamo i fatti, avendo dato prova di sapere andare oltre la stucchevole retorica tipica delle promesse elettorali. In tale prospettiva, considerando una vera e propria scelleratezza l’aver devoluto ad una Società esterna il servizio di riscossione dei tributi, scelta che ha gravato di ulteriori costi sia il bilancio comunale che le tasche dei cittadini, abbiamo provveduto a rinegoziare il contratto di affidamento chiedendo/ottenendo l’abbassamento degli agi sui pagamenti dei tributi onorari oltre a una rimodulazione di tutti i compensi della società di riscossione dei tributi. Ci siamo già impegnati, riuscendoci, a portare all’approvazione del consiglio comunale un piano di riduzione del 30% della tassa sui rifiuti, ma siamo convinti di poter fare ancora molto sul tema, innanzitutto, attraverso una seria e accurata implementazione della raccolta differenziata. Di certo non potrà trascurarsi, ai fini della riduzione pro capite della tassa sui rifiuti, la necessità di individuare quanti sinora si siano sottratti al pagamento facendo gravare sui soli cittadini onesti il costo del servizio che dovrà, comunque, essere reso più efficiente. Abbiamo apportato alle casse comunali oltre 130.000,00 euro impegnandoci a riscuotere, per la prima volta, l’istituita tassa di soggiorno spendendo quanto ricavato, rispettando il vincolo di destinazione normativamente imposto, per la realizzazione di eventi che non solo hanno dato visibilità alla nostra città, ma hanno consentito a molti commercianti e a numerosissimi gestori di bar, ristoranti, pub del centro storico di ricevere, durante la loro realizzazione, una vera boccata d’ossigeno”.

Stessa domanda, dottore Cambiano, sui giovani e sul lavoro. Tanti di loro si stanno impegnando in questa campagna elettorale per non andare via da Licata. Cosa sente di poter dire a un giovane licatese?
“Quello dei giovani è uno dei temi che più mi stanno a cuore. Ritengo si tratti di una delle risorse più preziose che ogni comunità possa sperare di avere. Purtroppo, il disinteresse della politica ha determinato negli anni un vero e proprio esodo giovanile impoverendo di fatto la nostra città di un bene tanto prezioso per la crescita della stessa. I diversi ambiti di rilevanza inerenti le fasce più giovani della popolazione licatese– lavoro, istruzione, formazione, tempo libero – non hanno mai realmente colto l’interesse della politica tradizionale che si è interessata ai giovani esclusivamente attraverso sporadiche e non durature, quando non anche illusorie, forme di clientelismo politico spesso connaturato a vere e proprie strumentalizzazioni elettorali. A chi ha avuto la forza o anche solo l’opportunità di rimanere, dico di non demordere e di non svendere il proprio futuro alle illusorie promesse ad personam che si fanno in campagna elettorale. Purtroppo o per fortuna, nessuno può salvarsi da solo, giovane o anziano che sia. A questo punto è bene comprendere che o si risolleva l’intera città o ci toccherà continuare ad assistere a questa emorragia giovanile che farà di Licata una città senza futuro. I giovani hanno dalla loro l’entusiasmo ed un certo grado di indipendenza intellettuale che è stata alla base delle più importanti svolte epocali della storia del genere umano. Sono sicuro che il cambiamento in questa città non potrà fare a meno del loro contributo. E questa è per i giovani una gran bella responsabilità”.