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bersani1804-622x394Si è divisa di fronte al fascismo, favorendone l’ascesa al potere, e di fronte al comunismo. Era divisa e settaria persino ai tempi della Concentrazione parigina, negli anni trenta del Novecento, quando molti suoi esponenti ripararono all’estero per sfuggire al carcere fascista. Era divisa durante la guerra civile spagnola. Ma in quest’ultimo caso influirono molto lo stalinismo, la politica internazionale e l’eliminazione del nemico interno. Si è poi divisa per l’intera durata della guerra fredda. Ma si vivevano allora momenti tragici della storia del mondo. Oggi dalla tragedia si è passati alla farsa. La sinistra non ha mai brillato quanto a unità, ma con la nascita del Pd sembrava averne trovata un minimo. Pur bruciando ripetutamente segretari e fondatori del nuovo partito. Messe di fronte a scelte decisive, la sinistra odierna e quella dell’ultimo ventennio hanno sempre fallito miseramente. Per inadeguatezza dei suoi gruppi dirigenti. Nessuno escluso. E questo spiega le vittorie di Berlusconi, le sue rivincite, i suoi recuperi elettorali anche quando la partita sembrava per lui irrimediabilmente persa. L’ultima sua operazione sbagliata è stata la nascita del Pd. Un partito erede del Pci e diventato democratico, e inesistente in Europa, senza essere mai stato socialista. Cosa c’è nella sua farsa tragica, nella sua incapacità di vincere elezioni già vinte, di dare dopo quasi due mesi un governo e un Capo dello Stato all’Italia? Ci sono sì sempre le sue storiche, eterne divisioni. Il suo dna. Ma anche la pochezza della sua classe dirigente. Scelta per cooptazione o attraverso le primarie, come avvenuto nei mesi scorsi, la sostanza non cambia: sempre con gente priva di carisma politico si ha a che fare. Di gente incapace di fare quadrato attorno ai suoi candidati alla presidenza della repubblica e di esporre non solo il Pd, partito ormai finito e da rifondare con Fabrizio Barca, ma soprattutto l’Italia a una delle più brutte figure della storia nazionale. Le parole di Rosario Crocetta, dopo la mancata elezione di Prodi e riguardo ai franchi tiratori, sono significative. “Chiedete a Renzi e a D’Alema” ha detto. E poiché quanto succede oggi viene da lontano, come ha scritto il direttore della Stampa, bisogna ripartire da una nuova scissione adesso. Le due o più anime del Pd – socialdemocratica, cattolica, renziana – non possono stare insieme. Si riparta da Barca, dunque. E Renzi se ne vada per conto suo: a cercare voti nell’area di centrodestra. Perché da questo cataclisma politico non si salva Bersani (che ha annunciato le dimissioni), ma neppure lui. Che ha giocato una partita tutt’altro che chiara. Le divisioni della sinistra e del Pd si sono mostrate anche in Sicilia. Crocetta il partito non l’ha scelto come governatore dell’Isola. L’ha dovuto accettare e subire. E anche a Licata la candidatura a sindaco dell’avvocato Daniele Cammilleri non è stata condivisa da iscritti e dirigenti del Pd  e da vecchi esponenti della sinistra locale che sostengono un candidato certamente lontano dalla loro storia di dirigenti politici e anche sindacali. Non meravigliamoci di queste divisioni, nazionali e locali. Visto che non sono una novità. Anche a Licata il Pd è stato quasi sempre un partito diviso, e ancor prima della comparsa sulla scena di Matteo Renzi. Uomo di rottura ma privo di storia politica. Meravigliamoci e preoccupiamoci dell’Italia, del suo sistema politico anchilosato, della sua classe politica che  è forse, complessivamente, la peggiore d’Europa.

Gaetano Cellura