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discaricaIl governo Crocetta, mentre vara il suo quarto esecutivo, è sul punto di subire un altro commissariamento. Nel mirino del governo nazionale c’è ora l’assessorato all’energia per l’esplosione del caso rifiuti. La Sicilia rischia una situazione analoga, se non peggiore, a quella verificatisi in Campania.

Le vecchie discariche sono quasi tutte sature, la raccolta differenziata fa registrare un calo di due punti rispetto allo scorso anno, e le SRR che dovrebbero sostituire gli ATO in liquidazione non decollano proprio. E tutto questo a fronte di una legge votata nel 2008 per riformare un sistema di smaltimento dei rifiuti inefficiente, fallimentare e costosissimo per i cittadini, costretti dai propri comuni di residenza al pagamento di tributi sempre più pesanti.

La Regione siciliana ha a disposizione meno di un anno di tempo per correre ai ripari ed evitare che tutto precipiti ancora di più. Si parla persino della costruzione di due inceneritori in fabbriche e centrali dismesse.

Insieme all’acqua che manca (vedi Messina diventata caso nazionale), o fortemente inquinata da infiltrazioni batteriche (vedi il caso nostro o quelli di Canicatti, Campobello di Licata e di Gela), i cittadini siciliani vivono dunque una realtà da incubo. Pur sborsando fior di quattrini per aver acqua potabile e un servizio di smaltimento dei rifiuti efficiente.

Quello della differenziata e delle discariche sature nell’Isola, cui Repubblica ha dedicato un ampio servizio, si rivela come un nuovo e inconfutabile fallimento del governo regionale, peraltro non ancora nato e subito alle prese con l’ennesimo rimpasto. Questi signori del governo e della maggioranza all’Ars si rendono conto dell’abisso in cui sprofonda ogni giorno di più la Sicilia?

Dalle infrastrutture che cedono, all’acqua, ai rifiuti e al lavoro che manca è tutto una rovina per dirla con il sottotitolo del libro di Buttafuoco.

(g.c.)