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20160226_140403Prime reazioni dopo il sequestro penale del depuratore di Contrada Ripellino ad opera dell’aliquota della Guardia Costiera in forza alla Procura della Repubblica di Agrigento su disposizione del Pubblico Ministero Silvia Baldi.

Cittadinanzattiva (Salvatore Licata e Maria Grazia Cimino). “Abbiamo speso anni di certosina pazienza, allo scopo di ridare vigore e certezza di funzionamento, non già e non soltanto per l’autorizzazione allo scarico, quanto anche al rispetto dei dati di marcia, ai quantitativi di fanghi conferiti, alle portate in entrata ed in uscita, al corretto funzionamento di tutte le stazioni di pompaggio, al rispetto dei valori previsti dalle tabelle di legge ecc ecc ed oggi vediamo il sequestro penale di questo impianto nostro impianto di Depurazione. Chi avrebbe dovuto ascoltarci, non lo ha fatto. Chi avrebbe dovuto verificare se avevamo visto giusto o farneticavamo, non lo ha fatto. Anni ad insistere per salvaguardare l’Ambiente e la salute dei cittadini. Anni, fatti anche di scontri a volte anche accesi, anni di ostracismi, perché a molti risultavamo molesti. Non ci dispiace che alla fine l’impianto sia stato sequestrato, ma era l’epilogo inevitabile, dato che tutte le altre strade fatte di dialogo, di tentativi di ragionevolezza, fatti anche di ragionamenti tecnici, di numeri, di tabelle di paragoni non sono serviti praticamente a nulla. Prima ci abbiamo provato con Ato Idrico, come era giusto che fosse,poi ci abbiamo provato con l’Assessorato all’Energia, dipartimento Acque e Rifiuti ed infine, a Dicembre anche con il Ministero dell’Ambiente. Non volevamo risolvere in questo modo, ma evidentemente non ve ne era un altro. Non rinneghiamo nulla di quanto abbiamo fatto fino ad adesso e lo rifaremmo perché è una dimostrazione, nei fatti, che ci muoveva il desiderio di riportare alla normalità ciò che normale non era in quel momento e costituiva un pregiudizio per l’Ambiente e soprattutto per la salute di quanti vengono a fare il bagno a Licata, oltre ai cittadini licatesi, ai nostri figli. Non vogliamo invidiare nessun posto ne della Sicilia ne di altrove, perché il buon Dio è stato prodigo di Bellezza quando ha creato Licata, ma noi quella bellezza vogliamo goderla appieno e soprattutto passarla in dote ai nostri figli ed alle generazioni future. Vogliamo continuare a ripeterlo a rischio di risultare stancanti e ripetitivi: Noi desideriamo che da questo provvedimento di sequestro ne derivi una audit tecnico-funzionale, che accerti le manchevolezze, le carenze, le disfunzioni, le omissioni tecnico gestionali e che dopo si reperiscano le risorse necessarie per il ripristino tecnico dell’impianto. Oltre a ciò è nostro auspicio che chi predisporrà la relazione, prescriva anche la corretta pianta organica da utilizzare e le migliori tecniche di gestione di un impianto di così complessa conduzione, compresa la linea fanghi, la loro disidratazione, il corretto utilizzo del bio gas che si deve necessariamente produrre ecc. ecc. e badate che questi non sono sogni, ma buone pratiche di conduzione di impianti di depurazione”.

Mareamico delegazione di Agrigento. “L’inchiesta curata dalla dottoressa Baldi è arrivata alla conclusione che questo depuratore, gestito da Girgenti acque, non funziona bene. Il depuratore in questione è obsoleto, insufficiente e dal 1989 al 2013 ha operato illegalmente, poichè mancante della condotta sottomarina e infine dal 2013 in poi risulta senza autorizzazione allo scarico. Purtroppo versando il suo carico inquinante nel fiume Salso ha distrutto la limitrofa oasi naturalistica”.

Associazione A Testa Alta. “È stato sequestrato, a Licata, l’impianto di depurazione di contrada Ripellino, gestito da Girgenti Acque S.p.A. Nelle indagini, condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, un ruolo attivo e propulsivo è stato svolto dalla nostra associazione”.