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comune di licata Gli onorevoli non si ricordino di Licata solo in campagna elettorale“. Inizia così la replica del vice sindaco Angelo Cambiano, che al momento guida la compagine amministrativa cittadina,  alla richiesta di dimissioni del sindaco Balsamo, con conseguente ritorno alle urne, fatta dal segretario cittadino del Pd, Massimo Ingiaimo, e dai deputati Antonino Moscatt (Camera) e Giovanni Panepinto (Ars), oltre che da qualche altro movimento politico presente in città. “Come sempre, si coglie l’occasione per passare, in modo strumentale,  subito all’attacco alla ricerca di chissà quale risultato, mettendo da parte gli interessi della collettività – afferma il vice sindaco – Attraverso un recente comunicato siamo stati accusati di mancanza di senso di responsabilità e di altre inefficienze. Premesso che l’esecutivo in carica è riuscito  ad amministrare, affrontando e portando a soluzione diversi problemi che da tempo giacevano incompiuti, piuttosto che fare sterile polemica, sarebbe opportuno, tanto per  fare soltanto due esempi, che gli onorevoli Moscatt e Panepinto, durante il corso dell’intera legislatura portassero contributi e risultati concreti a favore dell’intero territorio a cui fanno capo ed al quale si rivolgono, puntualmente in prossimità degli appuntamenti elettorali, per poi scomparire per lungo tempo e venire fuori soltanto per interessi di partito. Ad esempio, piuttosto che stare a fare solo demagogia, gli onorevoli Moscatt e Panepinto per la funzione che svolgono, dovrebbero intervenire concretamente,  secondo le proprie competenze, per aiutare le amministrazioni comunali interessate a garantire  la pulizia delle spiagge, sapendo che  la competenza è della Provincia, o, visto che siamo in tema,  il servizio di vigilanza nelle spiagge libere, il cui onere è a circo della Regione Siciliana. Facile parlare, solo quando c’è da polemizzare, essere assenti per un’intera legislatura e presentarsi ai cittadini soltanto in prossimità di appuntamenti elettorali, siano essi amministrative, regionali, nazionali o europee, per poi scomparire di nuovo e non affrontare, concretamente,  un solo problema che riguarda la collettività”.