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foto reparto 02“Nel rispetto di quanto concordato venerdì scorso presso la sede dell’Assessorato Regionale alla Salute, il Direttore generale dell’Asp di Agrigento, dottor Salvatore Lucio Ficarra, ha già ufficialmente inoltrato la richiesta di proroga del termine di chiusura (già stabilito per il prossimo 30 aprile) del punto nascita dell’ospedale di Licata, sostenendola con tutta una serie di considerazioni oggettive che già erano emerse nel corso del suddetto incontro. E per questo, sin da subito ritengo doveroso ringraziare pubblicamente il dottor Ficarra per il suo operato a difesa della salute pubblica agrigentina. Questo è un secondo importante passo registrato dopo l’apertura registrata venerdì scorso in assessorato, e adesso siamo in attesa delle decisioni che l’assessore Borsellino, congiuntamente ed unitamente al governo regionale, che per l’occasione è stato rappresentato anche dal vicepresidente Mariella Lo Bello, adotterà in merito”.

BrandaraAd esprimersi in questo modo è il Commissario Straordinario del Comune, Maria Grazia Brandara, non appena entrata in possesso di una copia della lettera, a lei indirizzata per conoscenza, con la quale il direttore generale dell’Asp ha inoltrato la richiesta di proroga all’Assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. Richiesta che è frutto di quanto discusso venerdì scorso a Palermo, alla presenza anche di cinque di sette componenti della Commissione consiliare Sanità (il presidente Angelo Bonfissuto ed i componenti consiglieri comunali Giacomo Burgio, Vincenzo Callea, Violetta Callea e Giuseppe Scozzari) che, unitamente al Commissario Brandara, hanno sostenuto in modo deciso e documentata la richiesta di proroga al termine di dismissione del punto nascita di Licata, con dati e considerazioni che sono stati propri anche dal dottor Ficarra nel presentare la propria richiesta all’assessore Borsellino.

“Come emerso venerdì scorso ad Agrigento – aggiunge il Commissario straordinario del Comune – la richiesta del dottor Ficarra è basata su cinque elementi fondamentali: le condizioni legate ai collegamenti stradali con Agrigento, Canicattì e Gela; la necessità di dotarsi di una uova ambulanza in considerazione del fatto che quella attualmente in uso al San Giacomo d’Altopasso ha già percorso oltre 400.000 chilometri; la necessità di riaprire la terza sala parto dell’ospedale di Agrigento, per far fronte ad un maggiore afflusso che si avrà con la chiusura del punto nascite di Licata; la certezza che con l’avvicinarsi della stagione estiva Licata, essendo un centro marittimo, incrementerà notevolmente la popolazione residente con conseguente maggiore flusso di utenze così come già accaduto negli anni passati; ed infine, altro dati dei quali si dovrà tenere conto sono quelli derivanti dal numero di parti registrati nell’ospedale di Licata nel 2013 che sono stati 394 di cui 155 cesarei, aumentati a 422 di cui 160 cesarei nel 2014, con una percentuale di parti cesarei pari al 22,71%. Tutti elementi che dovrebbero indurre l’assessore Borsellino a rivedere le proprie decisioni e a concedere la proroga del termine di chiusura del punto nascita di Licata, peraltro inserito in un ospedale in cui nel mese di maggio sono previsti altri interventi migliorativi con l’arrivo di nuovo personale e la riapertura di nuovi reparti”.