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matteo_renzi1Delusi da Renzi, questo era ed è il titolo. Beh quando ho letto l’articolo un po’ di delusione l’avevo anch’io in corpo è vero, mi ero concentrato solo sulle preferenze e nulla più, poi ieri ho seguito la diretta della Direzione del Pd e un po’ di risposte me le sono dato da solo.

Io oggi non sono per nulla deluso e vorrei un po’ parlare di legge elettorale. Siamo tutti lì a lamentarci perché vogliamo le preferenze in lista però dimentichiamo un po’ di cose e cioè:

1)      Noi pensiamo che le preferenze siano giuste ma dall’altra parte chi rappresenta altrettanti milioni di italiani (Silvio Berlusconi) la pensa diversamente e siccome non esiste nulla che può smentirlo abbiamo ragione sia noi che lui;

2)      Questo è un accordo complessivo in cui si elimina il Senato; si riducono i costi della politica per un miliardo di euro (tra eliminazione delle province, eliminazione del compenso dei senatori, riduzione dello stipendio dei consiglieri regionali a quello di un sindaco di capoluogo cioè da 15000 € a 5000 €) e riforma del titolo V cioè le competenze regionali;

3)      Io ricordo il Mattarellum e ricordo anche che allora i candidati li sceglieva Roma in base alle correnti a cui appartenevano (vi ricordate il senatore candidato nel nostro collegio da Roma senza che nessuno lo voleva?), se questo è esprimere la preferenza con nomi scelti da altri allora meglio che no; e poi non mi sembra che i nostri onorevoli o senatori eletti da noi con quel sistema abbiamo lasciato traccia indelebile della loro presenza a Roma sul nostro territorio;

4)      Si potrebbe dire facciamo le liste e si voti chi vuole; bene così com’è per la Regione Sicilia. Ma mi chiedo come si fanno quelle liste? In 2 semplici modi o ogni corrente mette il suo candidato e ci si misura (allora tanto vale far le primarie) o si mette in lista 2/3 uomini forti e 4 che servono a prendere qualche voto (stile lista del Pd alle ultime regionali); e questo è libertà di scelta?

La vera libertà sta invece secondo me proprio nel fare le primarie provinciali, meglio se di un collegio più piccolo, ma vanno bene anche così. Lì non c’è limite di partecipazione, si possono candidare tutti chi prende più voti è il primo in lista, e in questo modo inoltre garantiamo l’alternanza di genere. Perché siamo onesti in un mondo maschilista purtroppo vincono ancora e sempre gli uomini, e lo vediamo dal numero di donne presenti al Consiglio regionale o comunale, sempre e comunque troppo poche rispetto agli uomini. Il sistema proposto può essere migliorato? Sicuramente si, obbligando tutti alle primarie per legge con regole chiare e decise dal parlamento, obbligando tutti all’alternanza uomo/donna, e magari con collegi più piccoli della provincia. Ma non possiamo esportare la democrazia anche negli altri partiti altrimenti giustifichiamo quando con le armi la esportiamo negli altri Paesi e non possiamo ritenerci i possessori della verità assoluta, magari ha ragione Silvio e chi vota Forza Italia non gli interessa la preferenza. Io credo che, se per eliminare il Senato, ridurre i costi e avere finalmente la possibilità di sapere che chi vince le elezioni governerà per 5 anni senza ostacoli di mini partiti, bisogna rinunciare a obbligare gli elettori di destra ad esprimere la loro preferenza e noi farlo attraverso primarie, allora ne vale la pena.

Francesco Licata