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foto reparto cardiologia 02Apprendiamo della protesta dei medici cardiologi dell’ospedale san Giovanni di Dio di Agrigento e del primario del reparto di cardiologia dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì per la nomina di Ennio Ciotta come primario di cardiologia dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata, dalle pagine della cronaca di Agrigento e provincia del Giornale di Sicilia di oggi. La vicenda surreale è il frutto della fine del periodo delle vacche grasse nella sanità italiana e siciliana. In periodi di crisi, di tagli, di blocco assunzionale tutti sono chiamati a stringere la cinghia e nessuno può tirarsi fuori. Vorremmo dire con forza che non servono sterili campanilismi, nell’ottica degli ospedali riuniti si tratta di definire attraverso una programmazione seria i servizi che ogni struttura deve prestare e quelli su cui ognuna si deve specializzare. La guerra fra territori non porta a nulla. Se poi entriamo nel merito della vicenda occorre ricordare che anche l’ospedale di Licata è sotto organico e per mesi e mesi i due medici in servizio non sono stati messi nella condizione di potere garantire neppure la turnazione. La nomina del primario non corrisponde ad un potenziamento capriccioso dell’ospedale di Licata ma fa fronte alla sacrosanta necessità per i cittadini Licatesi colpiti da problemi cardiaci di avere la minima assistenza per evitare la morte. Si parliamo di morte perché non è pensabile che due medici, per quanto bravi e disponibili a sacrificarsi, senza un primario possano garantire un servizio minimamente efficiente. Facciamo notare come, anche in questa vicenda, manchi il supporto ed il sostegno dell’amministrazione comunale. A denotare questa assenza basta ricordare che la Commissione consiliare sulla sanità in mano alla maggioranza, si è riunita una sola volta in 10 mesi e non ha neppure concluso i suoi lavori aggiornandosi a data da destinarsi. La problematica di che trattasi andrebbe trattata nei luoghi istituzionali e poi rappresentata all’esterno per dare voce agli interessi dei licatesi, ma tutto questo non accade a Licata.

Il segretario cittadino – Massimo Ingiaimo