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pozzi in fase di autorizzazioneLa Sicilia come nuovo eldorado di petrolio e gas. Tanti petrolieri – dall’Eni all’Edison, dalle compagnie americane del Texas a quelle inglesi – vogliono portare le loro trivelle nel nostro mare e nel nostro territorio. E premono sul governo per avere le autorizzazioni. Se diamo uno sguardo alla mappa delle ricerche petrolifere, è impressionante quel che si vede nel Canale di Sicilia e all’interno dell’Isola. Piattaforme dappertutto, in terra e in mare. In pieno spregio della volontà contraria e delle proteste dei cittadini e delle associazioni ambientaliste.

Dall’Ars arrivano però buone notizie. In un’aula semivuota, il nuovo governo Crocetta è stato già battuto, battuto nella sua prima votazione, su una mozione presentata dal M5S che impegna l’esecutivo a bloccare tutti i permessi di ricerca in itinere e a revocare tutte le autorizzazioni concesse alle trivellazioni sul territorio. Ricordiamo che per quelle operanti nel mare la competenza è del governo nazionale. Il quale non ha perso tempo a prendere decisioni che favoriscono i grandi colossi industriali e penalizzano la pesca, l’ambiente e quell’immenso patrimonio di tesori naturali e di bellezze sottomarine del Mediterraneo.

Il presidente della Commissione Ambiente all’Ars, Gianpiero Trizzino del M5S, ha reso noto che l’intera Commissione ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge Sblocca Italia e le trivellazioni nel mare siciliano; e pure un referendum abrogativo contro il via libera alle ricerche di petrolio.

g.c.