Pubblicità

Un nuovo passo in avanti verso il passaggio dagli Ato rifiuti alle nuove Srr, le società di regolamentazione dei rifiuti, è stato fatto con l’incontro, svoltosi ad Agrigento, tra i sindacati e il consiglio d’amministrazione della nuova società Agrigento est che abbraccia i ventisei comuni che precedentemente facevano parte dell’Ato Gesa Ag2 e della Dedalo ambiente.

Una delle novità delle Srr, costituiti con la legge regionale 9 del 2010, è che i consigli di amministrazione siano costituiti da tre soli componenti con un evidente risparmio. Inoltre, gli organismi di gestione e controllo sono costituiti dagli stessi sindaci del territorio che hanno, comunque, la possibilità di costituire gli Aro, ovvero gli ambiti di raccolta ottimale, con una gestione diretta da parte del comune che, attraverso un bando, potrà affidare la gestione ad una ditta esterna che svolgerà il servizio sulla base dei criteri fissati dallo stesso comune . Altra novità è che sono state costituite in tutta la Sicilia 18 Srr contro i 27 Ato precedentemente esistenti.

Nell’incontro con i sindacati, i dirigenti della Srr Agrigento est hanno illustrato, dopo averlo fatto con i sindaci, il piano d’ambito già inviato alla Regione per l’approvazione definitiva. L’aspetto che più interessava ed interessa ai sindacati è quello del personale. I componenti il consiglio d’amministrazione della Srr hanno rassicurato i sindacati che tutto il personale degli Ato sarà assorbito dalle nuove società. Grande soddisfazione è stata espressa dai sindacati.

“Il piano che ci è stato illustrato – ha affermato Mario Stagno, segretario della Fit Cisl Sicilia –ci soddisfa in quanto prevede degli sforzi concreti per far mantenere il posto a tutti i lavoratori compresi i cinquanta di Gesa”. A fronte delle necessità di una riduzione dei costi, Stagno è stato chiaro: “Noi siamo a completa disposizione per una qualsiasi forma di collaborazione anche tecnica per cercare di trovare soluzioni condivise. E’ chiaro, però, – ha continuato Stagno – che le necessarie economie non passeranno attraverso la riduzione del numero di lavoratori ma nel taglio delle consulenze e dei privilegi che negli anni hanno gravato non poco sul bilancio degli Ato”.