“Finora non abbiamo avuto nessuna determinazione da parte della Questura e ci sembra una cosa un po’ strana anche perché non si capisce questa situazione. Non capiamo se c’è qualcosa contro la città di Licata o se c’è un pregiudizio contro la società. Noi siamo ovviamente rispettosi delle decisioni della Questura e ne tireremo le conclusioni”. Così il patron del Licata calcio, Giuseppe Deni, ha commentato in vista dell’ormai inevitabile disputa della gara di domenica contro il Torrecuso ancora a porte chiuse. Poi Deni lancia la “bomba”, palesando dubbi sul proseguo della sua gestione a capo della società gialloblu. “Potrebbe esserci anche una dismissione dell’interessamento del nostro gruppo. Ritengo che chi deve prendere queste decisioni dovrebbe fare una giusta riflessione. Nel calcio non ci sono business, è solo un divertimento e si vive con le sponsorizzazioni e con gli incassi. Se viene chiuso uno dei rubinetti (in questo caso le entrate derivanti dalla presenza del pubblico sugli spalti) necessari da alimentare le squadre di calcio, non si può continuare ad esistere. Avevamo in mente un discorso legato anche al settore giovanile ma è chiaro che con lo stadio chiuso tutto diventa più difficile”.
Deni: “Con lo stadio chiuso siamo pronti ad andare via”
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