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foto ospedaleÈ inconcepibile quanto succede. A meno che non vogliamo credere che ci prendano in giro. Non sarebbe del resto la prima volta per Licata e i licatesi essere presi in giro dalla politica. La vicenda ormai lunga del punto nascite è diventata una farsa. Si chiude, resta aperto, si richiude. Speranze e delusioni che si alternano da anni. Comunicati che si succedono, corse a Palermo e a Roma, manifestazioni politiche e popolari continue e numerose per tenere in vita un reparto indispensabile dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso e non privare la città d’un altro servizio pubblico dopo i tanti già persi. Un servizio pubblico che riguarda la vita e la salute di donne e bambini, madri e figli. Già le ragioni della sua chiusura, prima del rifiorire di nuove speranze di tenere aperto il reparto, erano odiose. Si voleva chiuderlo perché non raggiungeva la quota minima di cinquecento parti l’anno. Quindi ragioni di numeri, risparmio di spesa e tagli in settori in cui non si può e non si deve tagliare un bel niente perché ci va di mezzo, può andarci di mezzo la vita.
Finalmente è arrivata la notizia positiva (di cui qualcuno è stato pronto a vantare la paternità politica) della deroga. La situazione precaria delle nostre strade per raggiungere in tempi brevi gli ospedali più vicini dove far nascere i figli, la differenza davvero irrisoria tra il numero dei parti registrati e quello previsto, l’impegno politico che sin dai tempi dell’amministrazione di Angelo Graci non è mai venuto meno, sembravano rendere giustizia alla nostra città e al suo legittimo diritto di restare luogo di nascita dei propri figli.
E invece ecco l’ultima beffa. Concessa la deroga, subito giunge la direttiva del manager dell’Asp di Agrigento che conferma la sospensione dell’attività del punto nascite (per quanto concerne i soli parti programmati) in quanto attualmente privo dei requisiti previsti nel decreto di deroga, e cioè il pieno organico di personale medico e infermieristico, la garanzia del servizio 24 ore su 24 (guardia attiva) che alle condizioni date risulta impossibile. Per adeguare il reparto a questi standard, il Ministero ha concesso novanta giorni di tempo all’Azienda sanitaria Provinciale. E’ bene chiarire che il reparto rimane aperto e l’assistenza medica verrà regolarmente garantita in caso di parti imminenti.
Cosa dobbiamo dedurne se non che ci stanno prendendo in giro? Che, nonostante gli sforzi e l’impegno, si vuole chiudere il reparto?
Bastava un po’ di buon senso per sapere che senza determinati requisiti, la deroga sarebbe stata un’utopia. I medici mancanti per completare l’organico si potevano assumere prima, magari a tempo determinato. A questa obiezione sappiamo già qual è la risposta. Con quali soldi se le casse della Regione sono vuote?
Ma ora che uno spiraglio si è aperto, a credere alla buona fede di tutti, la Regione li trovi i soldi. Perché di beffe cocenti Licata ne ha già patite troppe.

Ecco il comunicato dell’Asp emesso stamattina che chiude il reparto.

foto reparto 02A seguito attenta valutazione dalla Direzione Generale e dalla Direzione Sanitaria Aziendale della nota assessoriale, prot n. 100159 del 31.12.2015 relativa alla richiesta di deroga al P.N. di Licata, è stato rilevato che la prosecuzione dell’attività del P.N. di Licata è subordinata al pedissequo rispetto delle prescrizioni e delle indicazioni contenute nel parere espresso dal CPNN, elaborato sulla base del protocollo metodologico e allegato alla stessa nota assessoriale, che prevede 90 giorni per l’adeguamento alle prescrizioni e contestualmente la SOSPENSIONE dell’attività del P.N.

Per quanto sopra espresso la Direzione Generale ha disposto la SOSPENSIONE dell’attività del P.N., riguardanti i ricoveri finalizzati al PARTO, sino alla risoluzione delle prescrizioni contenute nel parere espresso dal CPNN in modo che l’attività del P.N. possa procedere in presenza di tutti gli standard previsti dall’accordo del 16.12.2010

Nelle more dell’adeguamento sopra indicato, le Attività del P.N. saranno garantite come da disposizioni impartite dalla Direzione Aziendale e dal Capo Dipartimento Materno Infantile dell’ASP.

Salvatore Ficarra – Direttore generale Asp Agrigento

Alfonso Avenia – Direttore sanitario ospedale San Giacomo d’Altopasso