Sono accusati di avere contrabbandato quasi 4 milioni e mezzo di litri di gasolio agricolo con una frode fiscale di almeno 3 milioni di euro.
E’ questa l’accusa mossa ad una coppia di coniugi di Licata dalla Procura di Agrigento che ha chiesto ed ottenuto dal gip del Tribunale il sequestro preventivo, ai fini della confisca, di beni e denaro per un totale di quasi 1,3 milioni di euro.
Si tratta di una donna, V.G., formalmente titolare dell’azienda e del marito M.C., gestore di fatto dell’azienda. I due sono accusati di avere commercializzato illegalmente un quantitativo di gasolio agevolato agricolo, complessivamente circa 4,4 milioni di litri che ha alimentato il mercato di contrabbando del gasolio per autotrazione. L’inchiesta è stata condotta dall’Ufficio della Dogane di Porto Empedocle e dalla Guardia di finanza di Agrigento, coordinati dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella. I provvedimenti sono stati firmati dal gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto.
I due coniugi secondo gli investigatori utilizzavano documentazione falsa, tra cui libretti Uma intestati a ignari agricoltori, ma anche fatture false e falsi documenti di trasporto, per vendere abusivamente e in nero gasolio agricolo a chi non ne aveva diritto evadendo così Iva e accise. Le perquisizioni sono effettuate anche con il cane Haira della Guardia di finanza alla ricerca di denaro contante nascosto dai due coniugi.