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Risorse idriche, presa di posizione della sezione locale di Cittadinanzattiva.

Apprendiamo da notizie di stampa che si è svolta una riunione tra il Gestore Unico ed alcuni Sindaci dell’agrigentino per capire le ragioni della carenza idrica che si registra già da troppo tempo e cosa mettere in campo per superarla. Premettiamo che non condividiamo le indicazioni finali del Gestore, a nostro parere lacunose, se non fuorvianti e reputiamo che vada fatta una disamina più corretta e più aderente alla realtà. La dichiarazione del Gestore per superare le difficoltà odierne: “La gestione efficiente delle fonti e dell’acquedotto Tre Sorgenti, l’utilizzo dei pozzi, ed ovviamente in ultimo la gestione unitaria dell’intero ambito ottimale territoriale che renderebbe più efficiente ed equa la ripartizione delle risorse idriche disponibili tra tutti i Comuni della Provincia”. Non vi è dubbio alcuno che questa dichiarazione tiene conto degli interessi economici dello stesso Gestore e solo in parte chiarisce i motivi della crisi idrica. Se infatti diamo uno sguardo al report che, mensilmente, il dipartimento delle acque tiene aggiornato sui volumi invasati nelle dighe della Sicilia, ci rendiamo immediatamente conto di come raffrontando i dati del 31 dicembre del 2015 con quelli del 31 dicembre del 2016 si registra un meno 46%, dato che ha indotto il Gestore primario, Sicilacque, ad imporre due drastiche riduzioni nella erogazione della dotazione idrica, a breve distanza l’una dall’ altra per un totale del 30%. Ecco perché quella che sta cadendo in questi giorni non è pioggia bensì “oro”. “Oro” che serve a ripristinare i livelli ottimali delle nostre riserve idriche negli invasi. Ecco perché noi chiediamo a viva forza di riprendere e portare a completamento i progetti relativi alla diga Blufi che consentirebbe di aumentare di oltre venti milioni di metri cubi la dotazione idrica dei comuni del nisseno e dell’agrigentino ma creerebbe delle sinergie e delle efficienze maggiori con la diga Fanaco e con la diga Ancipa. Ci auguriamo che nella prossima riunione dell’ATI se ne tenga opportunamente conto e si chieda agli Assessorati competenti di rompere gli indugi e procedere in tal senso. Ma in ogni caso non è consentito a nessuno barare con la sete dei siciliani in generale e con quella dei licatesi in particolare.

Maria Grazia Cimino

Salvatore Licata