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2014-10-10 11.18.43Questa mattina, a bordo della Rainbow Warrior – la nave simbolo di Greenpeace,  ormeggiata nel porto di Licata si è svolto il primo incontro di coordinamento delle amministrazioni siciliane per fermare le trivellazioni nel Canale di Sicilia. Un incontro importante, promosso da Greenpeace, Legambiente e Wwf, con il patrocinio di ANCI Sicilia, e l’appoggio di associazioni di categoria della pesca e del turismo, che ha visto 8 amministrazioni presenti, e l’appoggio di altri 12 comuni costieri che però non sono potuti intervenire, come Favignana e Pantelleria, in prima linea in questa lotta. “Siamo noi, rappresentanti scelti dai cittadini, che dobbiamo decidere quale visione per il futuro vogliamo dare ai nostri territori. E oggi diciamo forte e chiaro che non è quella del petrolio, ma di uno sviluppo sostenibile basato sulla tutela delle nostre risorse tipiche e del mare. Per questo i Comuni siciliani sono qui a fare fronte comune ed è doveroso da parte nostra coordinare questo sforzo. Il primo passo è una proposta di delibera comunale per chiedere al governatore della Regione Siciliana di impugnare l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia in quanto incostituzionale e che faremo circolare tra tutti i Comuni perché la adottino, così come proposto dal Comune di Menfi” afferma il vicepresidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta.

L’idea è di ottenere l’approvazione della delibera da parte del maggior numero di Comuni possibile per la fine di ottobre, prima della prossima riunione di coordinamento che si terrà a Noto il 3 novembre. Tra le altre proposte uscite dall’incontro di oggi c’è quella del Comune di Scicli di portare la questione ai tavoli dei Comuni Unesco sia a livello regionale che nazionale. Il Comune di Santa Croce Camerina invita a scrivere una lettera comune  al governo nazionale per chiedere un incontro con i Comuni. In molti propongono di continuare a opporsi sempre più numerosi con osservazioni puntuali alle varie richieste avanzate dai petrolieri che sono ora al vaglio del Ministero dell’Ambiente.

2014-10-10 10.56.39La situazione è sicuramente critica, con oltre 13 progetti in fase di approvazione nel Canale e un Decreto Sblocca Italia, che mostra la chiara intenzione del governo centrale di dare il via libera ai petrolieri, con valutazioni di impatto ambientale indebolite, progetti di autorizzazione unici per ricerca e coltivazione,  e emarginando sempre più i pareri dei governi locali. Finalmente il territorio siciliano sta esprimendo però in maniera forte e concreta la propria opposizione a tali progetti: a metà settembre il ricorso al Tar delle associazioni ambientaliste insieme a ANCI Sicilia e ad altri 9 soggetti, tra cui 5 comuni, contro il parere positivo dato dal Ministero dell’Ambiente al progetto “Off-shore Ibleo”, al largo della costa tra Gela e Licata. Lo scorso lunedì la presentazione alla Commissione VIA di pareri contrari ai progetti di ricerca della compagnia Schlumberger tra Capo Passero e Malta e tra Malta e Pantelleria, da parte questa volta anche di numerosi Comuni interessati.

È una giornata importante oggi per la Sicilia, perché questo fronte compatto contro le trivelle inizia a coordinarsi per sviluppare azioni concrete e mandare un chiaro segnale al governo centrale: la Sicilia non ci sta, no alle trivelle sì alla tutela del nostro vero tesoro: il mare e le sue ricchezze” afferma Giorgia Monti, responsabile campagna mare di Greenpeace. “Ringraziamo il Comune di Noto per essersi offerto di ospitare il 3 novembre la prossima riunione di coordinamento contro le trivelle, a cui speriamo intervengano sempre più amministrazioni comunali e associazioni di categoria”.