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Ha segnato saltuariamente cinquant’anni di storia, amministrativa e politica, di Licata. Una carriera cominciata all’inizio degli anni Sessanta, quando per la prima volta veniva eletto sindaco. Era uno dei tre “Cavalli di razza” della Democrazia cristiana locale. A Roma erano due: Fanfani e Moro. A Licata a Giovanni Saito facevano compagnia il dottor Angelo Sapio e il dottor Calogero Marotta. E insieme spesso chiudevano le campagne elettorali sino a metà degli anni Settanta.
La morte di Giovanni Saito, più volte sindaco della città, dispiace ma non coglie di sorpresa. Erano anni che stava male, che non si vedeva più in giro, e che aveva abbandonato la politica, grande passione della sua vita. Quando guardi il Palazzo di Città è sempre lui che v’immagini dentro: seduto alla scrivania e attaccato al telefono. E così, anche negli ultimi tempi, quando tutto era cambiato attorno a lui, persino la legge elettorale, persino i rapporti tra il sindaco e il consiglio comunale, proprio così, usando il telefono, pensava di risolvere i problemi di Licata.
Sulla sua lunga esperienza politica, sulla sua lunga storia di amministratore di Licata (sindaco e altre volte anche assessore), c’è molto da dire e da scrivere. C’è un cinquantennio su cui riflettere con calma e da analizzare con il massimo d’imparzialità. Riconoscendo a Saito i meriti per quello che ha fatto e non risparmiandogli rilievi per quello che non ha fatto. È una lunga storia la sua, e dunque merita un esame obiettivo. Ha legato principalmente il suo nome all’impegno per l’acqua, problema eterno di Licata. Se n’è tanto occupato da diventarne uno dei massimi esperti. Ha vissuto la lunga vicenda demagogica dell’aeroporto di Piano Romano, poi il fallimento dell’Halos, della Sarp, della centrale a carbone dell’Enel la cui realizzazione, a metà degli anni Ottanta, fortemente voleva pur sapendo che la maggioranza della città vi era contraria.
Nel 1967, il dottor Giovanni Saito era candidato alla Regione. Proprio cinquant’anni fa, quando il Comitato per l’acqua scuoteva la coscienza dei licatesi, che fischiarono il comizio di Giorgio Napolitano e disertarono in massa il voto. L’ultima elezione di Saito è avvenuta nel 1998, la prima e l’unica volta – cambiato il sistema elettorale – in cui è stato eletto direttamente dal popolo.

(g.c.)