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urso-angelo_2Accordi tattici e discorsi poco chiari e confusi sull’interesse del paese. Si continua a camminare alla stessa maniera di sempre nella sponsorizzazione o auto-sponsorizzazione del candidato a sindaco. E’ una questione di igiene politica.
La posta in gioco è la conquista del rispetto e dell’autorevolezza locale e regionale di una politica per Licata, che non prepari il paese ad altre frittate. L’aspettativa è quella che la politica torni a essere utile nel dare risposte reali a problemi reali: rifiuti, acqua pubblica, aliquote di tassazione, lavoro e salvaguardia di categorie di lavoratori, fondi europei etc..
Tutto quello che oggi si vuole fare credere con le facce di sempre disorienta ogni individualità ancora rimasta. E’ l’impressione di soluzioni elettorali che ci trascinano ancora dalla parte sbagliata. Il problema non sta nella politica, è prima;…rimanda agli uomini.
Rimanda a una mentalità keynesiana, inconcludente quando non dannosa per il mondo. Il passato è sempre con noi, indecifrabile per alcune scelte, che hanno escluso la città e gli abitanti da ogni utile economico, sociale, ambientale.
Il presente è legato al passato. Il nuovo, il futuro, la gente lo chiede libero e decifrabile ….:
-da una politica da cui si prende tutto cio’ che serve e si lascia ogni onere dall’altra parte, cioè sui cittadini;
-da un progetto esecutivo di offshore, che realizzi un’altra svendita a buon mercato del nostro mare, della nostra marineria, della cantieristica navale e della vocazione turistica etc…
Al presente Licata ha una situazione onerosa, che si avvita su se stessa:
a] la fiscalità derivata da quello che altri hanno definiti carrozzoni regionali;
b] la fiscalità comunale.
A] L’ATO rifiuti, che lascia 1 miliardo e 200milioni di debiti, che ora diviene SRR-ARO;
l’altro carrozzone è l’ATO idrico e le discariche private.
Nemmeno i referendum pare abbiano avuto la forza di cambiare lo stato delle cose. E’ avvenuto che quanto per sua natura è pubblico, di fatto è privatizzato. Il ritorno finale dell’indebitamento dei comuni siciliani per la raccolta dei rifiuti costituisce una ricchezza per pochi privati.
La politica regionale non ha mai pensato di investire facendo delle discariche regionali proprie per l’utenza pubblica.
B] il tema della fiscalità comunale locale per buona parte e’ una vera e propria accisa, derivata da situazioni non sempre decifrabili del passato.
La risorsa principale di reddito e di entrata comunale è data dalle aliquote sulle tassazioni locali IMU TARI-TASI portate al massimo. La voce passiva, che pesa di piu’ sul bilancio comunale, è rappresentata dalla raccolta dei rifiuti. Va subito detto che la discarica di Campobello di Licata è fuorinorma e non attivabile e già di per sè stessa rappresenta un grave rischio-pericolo ambientale e idrogeologico.
Va inoltre detto che la raccolta differenziata dei rifiuti, dalla quale si teorizzava un risparmio di circa 1 milione di euro, è una bufala allo stato attuale: manca l’impianto pubblico di pre-trattamento, di trattamento e selezione della rd. E’ presumibile che la raccolta differenziata dei rifiuti porti un carico impositivo aggiuntivo e non un risparmio in assenza di oggettive condizioni. A margine si dice, che un piano economico finanziario comunale non aggiornato porta a gravare e a lievitare ulteriormente su una parte l’insieme delle tasse di tutti.
Il resto è artificio e metafora.
Le aliquote massime sulle tassazioni comunali sono poi dovute anche a nostrani cerchi magici, che hanno creato e creano un indebitamento di milioni di euro sulla città:
-i 7milioni di euro del primo lotto del lodo Saiseb; sperando che altri non se ne aggiungano di lotti successivi.
-le mancate entrate derivanti dalla “vendita” del lido Giummarella;
-i circa 800.000 euro (che forse non rappresentano ancora l’intero), che si aggiungeranno per un progetto sul “mercatino rionale” con la messa in black list di Licata e cioè con l’esclusione da ogni futuro finanziamento regionale per progetti analoghi;
-i circa 1 milione di euro per i servizi in affido a terzi sulla raccolta della tassazione locale, che graveranno per tanti anni ancora; quando 1 pc e due impiegati potevano supplire a questa comoda scelta della politica;
-e altre accise e altro di vario genere e natura etc…
In concreto ,milioni di euro che potevano essere destinati a occasioni di crescita e di lavoro, oltre che ad aliquote di tassazione meno onerose.
Quale ipotesi di diminuzione delle aliquote? E’ oggi come sciogliere un enigma.
Un grande progetto o un grande programma sarebbe quello di eliminare i vizi e i mali di una mentalità keynesiana; questo fatto da solo sarebbe già parte di una soluzione ai problemi. E’ l’unico elemento di certezza che si puo’ dire e dare alla gente; l’unico linguaggio che la gente sente piu’ vero e vicino a un paese che ha difficoltà a respirare. Occorre costruire “numeri in entrata” non fatti di usura e una officina per la produzione di Idee, per dare soluzioni attese e promesse sostenibili di uno sviluppo possibile. E’ cambiata la percezione della gente, che ha occupato il posto della speranza e della disperazione, non avendo trovato liberi altri posti ove riporsi. E’ il momento di un gruppo di persone nuove da dove fare nascere un leader nuovo, capace di dare quelle risposte, che per troppo tempo sono mancate alla città. Questo avvento sarebbe di già un pezzettino di risposta nella direzione giusta, per costruire insieme un futuro non fortunoso della città.
Il consenso che si costruisce e che avviene sulle cose che non ci sono e che si vorrebbero per Licata nel prossimo futuro, se non supportato dalla credibilità di un outsider e sostenibilità di una Idea chiara e distinta, è un percorso elettorale vecchio e senza meta. Sorpassare in retromarcia scenari conosciuti è parodia di una verità che non è solo spettacolo per Licata, ma congedarsi ancora una volta dalla gente e dal suo quotidiano.

Angelo Urso