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2014-04-15 10.20.19Anche ieri mattina il tubo afferente al depuratore di Contrada Ripellino ha continuato a scaricare, dapprima sulla piccola insenatura e successivamente in mare, il suo contenuto tanto che si è reso necessario un nuovo intervento della Guardia Costiera e anche di una volante del commissariato di Polizia. I militari della Capitaneria di Porto hanno effettuato un nuovo campionamento di acqua e redatto una nuova documentazione per una probabile ulteriore notizia di reato. Dopo l’esito degli esami effettuati dall’Agenzia regionale per la Protezione ambientale che hanno riscontrato la presenza di liquami fognari in acqua dopo il versamento dello scorso 5 aprile, accertato nel corso di un blitz effettuato da Guardia Costiera e Polizia Municipale, l’Ufficio Circondariale marittimo di via Libotti ha provveduto a trasmettere alla Procura della Repubblica di Agrigento una dettagliata informativa contenente diverse ipotesi di reato nei confronti del gestore dell’impianto di depurazione. In particolare si tratta della violazione del decreto legislativo 152 del 2006 sulla tutela ambientale, dell’applicazione dell’articolo 674 del Codice penale riguardante il versamento di sostanze pericolose, dell’articolo 635 sempre del Codice penale relativo al danneggiamento delle acque pubbliche e dell’articolo 640 riguardante la truffa nei confronti dei contribuenti per la mancata depurazione. Sarà ora ovviamente compito dell’Autorità Giudiziaria valutare le carte prodotte dalla Capitaneria di Porto di Licata e dare eventualmente seguito alla vicenda. Nell’informativa trasmessa in Procura c’è anche una proposta di sequestro dell’impianto di depurazione di Contrada Ripellino, di proprietà del comune ma sotto la gestione del consorzio idrico Girgenti Acque.