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Sulla mozione di sfiducia al sindaco Angelo Cambiano prende posizione Tiziana Alesci, ex consigliere comunale e tesserata del Partito democratico.

A seguito della posizione del Partito Democratico di Licata, espressa nei giorni scorsi dal segretario cittadino, in merito alla mozione di sfiducia, mi sento in obbligo di esprimere, da tesserata, verso coloro che mi hanno sempre sostenuta nel mio agire politico, ma soprattutto per mia coerenza personale e per il mio modo di fare e vedere la politica, il mio dissenso nei confronti della posizione, espressa a maggioranza , all’interno del partito.
Rispetto la decisione democratica, ma mi piacerebbe che tutti i tesserati, sempre presenti al momento di votazioni interne al partito, fossero in egual misura presenti e attivi nella vita politica del circolo e della città, apportando in ogni occasione e sottolineo “ogni”, il loro personale e qualificato contributo, anche con una personale candidatura nelle future competizioni elettorali. Ritengo che, dalle dichiarazioni del Marzo scorso nelle quali, quando si trattò di votare il bilancio, il Partito Democratico si diceva pronto, con apposito comunicato stampa, a presentare la mozione di sfiducia, nulla sia cambiato rispetto al modo in cui la città veniva e viene amministrata. Se è, forse, cambiato qualcosa dentro l’opposizione, ciò non può essere motivo per non sostenere la mozione di sfiducia, valutazione che va espressa non su base personale, ma su una attenta valutazione dello stato in cui versa la città. Giusto, altresì, il distinguo con le altre forze politiche presenti nel territorio, il PD è una forza politica autonoma con propri riferimenti politici e culturali che io, per prima, condivido e sostengo. Per tale motivo non riesco a giustificare nessun cambio di rotta rispetto alla precedente posizione che voleva il Pd, non solo firmatario, ma addirittura promotore della mozione stessa. Licata non ha bisogno del “ni” ma di posizioni ferme e responsabili. Non si giustifichi il tutto affermando che un anno di commissariamento sarebbe deleterio per la città, tale riflessione il PD doveva già porsela a Marzo, né si adduca a scusante la mancanza di una proposta politica, sarebbe mortificante per un partito come il Pd, che a livello nazionale si mostra guida costruttiva e propositiva, dimostrando che quando si ha la volontà del “fare” per il bene comune, e non semplicemente di parlare a vuoto, le proposte e i programmi si riescono a trovare, altresì quando questa volontà manca non basterebbe né un anno, né una vita per essere pronti a guidare una città. Mi chiedo, inoltre, nei due anni di opposizione, di cosa sì è discusso? Solo dei “no” da dire all’amministrazione o anche di proposte politiche? La città ha bisogno di fatti, non di teorie, è stanca di sentire “belle parole”, bisogna saper risolvere problemi, a dare o a continuare a dare risposte certe, penso ai nostri giovani, ai precari, agli agricoltori e ai pescatori, a risolvere la questione rifiuti e depuratore, l’annosa questione della mancanza d’acqua, a garantire i diritti dei più deboli e il diritto alla salute a qualsiasi costo. Non si giustifichi, in ultimo, un eventuale “no” dietro il discorso della legalità, non ritengo assolutamente che i 16 firmatari manchino di legalità o la loro decisione così come l’auspicio di molti licatesi che vorrebbero porre fine a questa amministrazione, sia una sfida per chi è in prima fila nel far rispettare la legge, questo quanto affermato dal segretario Massimo Ingiaimo e anche dal Sindaco in tutte le tv esistenti; la sottoscritta così come le migliaia di licatesi onesti, non lascia la “bandiera” della legalità a nessuno, la legalità non è una bandiera, ma un valore che va coltivato, vissuto e soprattutto testimoniato con azioni chiare, coerenti e libere. Mi rammarica che anche la politica di lungo corso inquadri il tutto, forse per timore della ribalta mediatica che ha avuto questa vicenda, sotto questo aspetto, senza ben conoscere le motivazioni e la realtà dei fatti. Licata, così come tante altre realtà, si trova oggi a vivere una situazione difficile e drammatica, e cosa si fa per risolvere le tante emergenze? Si continua solo a portarla alla ribalta della cronaca come il paese dalla diffusa illegalità e delinquenza; la citta vuole, anzi pretende, quelle risposte che solo una buona politica può dare ed un partito come il Pd non può esimersi dal cercare di dare quelle risposte che portino ad un reale cambiamento e soprattutto non può indietreggiare a condizioni inalterate. Ravvedersi è segno di intelligenza e maturità ma ci si può ravvedere, in questo caso, solo nel momento in cui l’amministrazione della città fosse cambiata in meglio e sempre nell’interesse dell’intera collettività. E allora, e concludo, si abbia il coraggio della coerenza, poiché nessun cambio di rotta si è intravisto né si intravede per lo sviluppo e la programmazione della città, ne per la soluzione dei problemi in cui versa. Più della demagogia mi preoccupa l’inerzia nelle decisioni.

Tiziana Alesci