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SorceProponiamo una riflessione dell’ex consigliere comunale Armando Sorce.

Se la politica deve essere esercizio diretto della democrazia che si regolamenta attraverso gli organismi istituzionali, depositari del diritto di rappresentanza del cittadino, allora la comunicazione ne diventa elemento attuativo. La comunicazione bidirezionale tra cittadino ed istituzioni è una pratica che ha avuto una sua evoluzione a partire dagli anni ’90. Essa ha comportato, nel tempo, l’applicazione di quei principi di trasparenza e tracciabilità degli atti amministrativi che ha determinato una partecipazione attiva della vita dei cittadini alla vita pubblica. L’Art. 5 Capo I della Legge n. 150 specifica e regolamenta le finalità proprie della comunicazione pubblica individuandone nella trasparenza (diritto all’informazione, accesso agli atti), nella partecipazione democratica, nell’efficacia organizzativa i capisaldi più importanti. E queste regole valgono non soltanto per gli organi collegiali ma anche per i singoli amministratori o consiglieri comunali.
Una riflessione attenta penso vada fatta sul tema specifico della comunicazione nei rapporti tra il consiglio comunale ed il suo diretto referente istituzionale, il cittadino.
Uno degli aspetti che ha caratterizzato l’attività mediatica dei consigli comunali di questi ultimi anni è stato, per esempio, quello relativo alla mancanza di un vero e proprio marketing della comunicazione.
Una comunicazione unidirezionale, non regolamentata, affidata quasi esclusivamente alla fonte giornalistica o a qualche conferenza stampa su temi contingenti e non su programmi strutturati. Tutto questo non ha messo, il cittadino nelle migliori condizioni per giudicare, valutare ed esercitare, in maniera compiuta, il diritto-dovere alla scelta.
Lo scollamento, in atto esistente, tra la politica ed i bisogni della comunità va superato, come ho già detto, inserendo modelli di conoscenza , informazione e di comunicazione, che facciano in modo che il cittadino sia posto sempre al centro del dibattito politico. l’inserimento ad es., in un piano di comunicazione, di conferenze periodiche di Sindaco e Presidente del Consiglio finalizzate, ognuno per il proprio ruolo, a far conoscere alla gente cosa si sta facendo per la città e cosa si vuole fare per migliorarla ritengo sia, nella sua semplicità realizzativa, doveroso.
Il Consiglio comunale che rappresenta la vera ” agorà” della politica cittadina deve, a mio avviso, meglio interfacciarsi con il contesto territoriale. Le sedute consiliari devono essere pubbliche e fruibili nel senso moderno del termine. Pensiamo che investire qualche migliaio di euro per riprendere in diretta i consigli comunale attraverso il filtro televisivo o della ripresa in streaming, sia un formidabile strumento per veicolare dentro le famiglie licatesi temi e contenuti che afferiscono la vita della nostra città. Mettere il cittadino nelle condizioni di esercitare il diritto di voto in maniera completa e compiuta, offrendogli la possibilità di valutare periodicamente , non solo in campagna elettorale, il contributo e la qualità degli interventi che ogni figura politica (sindaco, assessore, consigliere comunale, gruppo consiliare) riesce a sviluppare nell’arco di una legislatura, è strumento importante di garanzia e di buon funzionamento delle regole istituzionali e del convivere civile.

Armando Sorce – ex consigliere comunale