Riceviamo e pubblichiamo un documento della segreteria locale del Megafono sulla revoca del finanziamento destinato alla realizzazione di un’area da adibire a mercato.
E’ stato revocato il finanziamento di 6 milioni di euro che riguarda la realizzazione a Licata dell’area polifunzionale del mercato rionale. Il movimento de Il Megafono licatese chiede delucidazioni circa le cause che hanno portato a tale dannoso esito. Si tratta di una notizia che non lascia in maniera indolore la città di Licata, data l’importanza che tale finanziamento riveste per l’intera comunità locale, ma anche in considerazione del fatto che la revoca dello stesso sta facendo rischiare, qualora non si superassero le criticità, l’iscrizione della macchina amministrativa nella “black list”, ossia la lista che prevede che per i prossimi sei anni non si possano più chiedere finanziamenti. I 6 milioni di euro sarebbero stati destinati ad un progetto esecutivo relativo ai lavori di realizzazione a Licata di un’area polifunzionale per la riqualificazione dei servizi urbani da destinare ai mercati e alla valorizzazione dei prodotti tipici e pertanto un’ottima opportunità per la città di usufruire di un servizio, nonché di un’opportunità lavorativa. Il Megafono chiede quali siano le motivazioni che hanno portato alla revoca del finanziamento, cosa per nulla positiva per la città ed inoltre chiede quali azioni intenderà intraprendere l’amministrazione comunale, al fine di affrontare tale situazione vista l’abrogazione della somma. Da non sottovalutare anche la penalità del 25%, sull’importo di 6 milioni di euro, che potrebbe gravare sul Comune di Licata, che sarà chiamato a pagare oltre 1 milione di euro arrecando così un aggravio delle condizioni delle casse comunali e di conseguenza alla collettività. La perdita di una così elevata somma è chiaro che comporta un grave danno al Comune e alla sua economia a causa di qualche errore, per il quale i membri del Megafono, in quanto movimento politico, nonché insieme di cittadini, chiedono spiegazioni in merito.
Il presidente – Calogero Malfitano