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Una lunga nota – indirizzata ai 24 consiglieri comunali – con la quale l’ingegnere Enzo Ortega, dirigente dei dipartimenti Lavori Pubblici, Territorio e Ambiente e Affari Generali, fornisce delle osservazioni in merito alla delibera di giunta numero 50 (modifica dello Statuto comunale e la soppressione delle figure dirigenziali).

Ortega scrivendo a tutti i 24 consiglieri comunali li mette sostanzialmente in guardia dal votare un provvedimento che il dirigente definisce “illegittimo sia in relazione alla tutela delle posizioni giuridiche acquisite sia per la carenza e irragionevolezza della motivazione”. Nella sua lunga nota indirizzata a tutti i componenti dell’assise civica, il dirigente parla “dello strumento della modifica dello statuto” come di un “comportamento in frode alla legge che permette di allontanare dall’Ente una professionalità scomoda con probabile risoluzione del relativo rapporto”. A sentire Ortega, “l’attività del dirigente sarebbe condizionata dalla possibilità, da parte dell’amministrazione, dell’utilizzo di tale strumento con la conseguenza che ciò determinerebbe un’indiretta e velata ingerenza della politica nell’attività gestionale”. Ortega spiega quindi perché – a suo avviso – il provvedimento è illegittimo anche a livello economico. “All’attuale dirigente in servizio – si legge ancora nella nota inviata ai 24 consiglieri – in seguito all’eventuale collocamento in disponibilità dovrà essere pagato l’ottanta per cento dello stipendio per un periodo di 24 mesi restando sospese tutte le obbligazioni inerenti il rapporto di lavoro”. Ortega quantifica quindi “il danno erariale certo in 150mila euro”. L’attualmente unico dirigente in servizio presso il Comune contesta anche il profilo relativo all’ottimizzazione della produttività contenuto nel provvedimento. “Il Comune – prosegue la nota – ha istituito storicamente le posizioni organizzative sotto la direzione dei dirigenti. L’Ente dovrebbe disarticolare i dipartimenti e nominare una quantità sproporzionata di posizioni organizzative da finanziare con il bilancio facendo aumentare i costi del personale. Una scelta organizzativa – evidenzia Ortega – che invece di proiettarsi alla razionalizzazione delle strutture si proietterebbe verso una disarticolazione delle stesse”. Da queste motivazioni, Ortega formula al Consiglio comunale la richiesta di “non approvare il provvedimento salvo che venga prevista una norma transitoria che renda applicabile tale disciplina solo in seguito alla risoluzione del proprio rapporto di lavoro”. In caso contrario, l’attuale capodipartimento Lavori Pubblici “adirà gli organi di giustizia amministrativa, penale e contabile a tutela della propria posizione giuridica poiché la scelta organizzativa potrebbe configurarsi come un mezzo per allontanare una persona che ha posto in essere quanto necessario per la tutela urbanistica di Licata”.