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10628284_801716543213353_4689217619243626529_nDopo la notizia secondo la quale sia stato approvato  il progetto “offshore ibleo” nel canale di Sicilia, che prevede delle trivellazioni petrolifere anche nel tratto di costa prospiciente Palma di Montechiaro, l’associazionismo palmese si è messo in moto.

Il movimento ecologista “Uomo, Natura, Animali”, guidato dalla dottoressa Lavinia Farulla, assieme alla delegazione provinciale del movimento ambientalista Mare Amico e a Cittadinanzattiva di Palma hanno inviato una lettera al sindaco Pasquale Amato per chiedere  “all’amministrazione di Palma di Montechiaro, ad oggi in un inspiegabile silenzio, di prendere posizione sull’argomento e di opporsi alle trivellazioni”, attraverso la partecipazione al ricorso al Tar promosso da Greenpeace Italia e ANCI Sicilia o utilizzando altro strumento.

Secondo le tre associazionisarebbe in corso un vero e proprio assalto al mare siciliano da parte delle compagnie petrolifere. Sarebbero, infatti, 12.908 i chilometri quadrati interessati dai cinque permessi di ricerca rilasciati e dalle altre 15 richieste di concessione, ricerca e prospezione già avanzate. Questo, nonostante, al 2013 nel canale di Sicilia fossero state estratte 301.471 tonnellate, corrispondente al 41% del totale nazionale del petrolio estratto in mare.

Quindi nella missiva sono spiegati i motivi per cui le trivellazioni costituirebbero un pericolo per la pesca, soprattutto in considerazione del fatto che “le aree delle zone costiere da Sciacca a Licata e il Golfo di Gela sono identificate quali aree di estrema importanza economica ed ecologica per la riproduzione di specie pelagiche quali acciughesardine e triglie e specie demersali, (gamberinaselli ecc…)”. notevoli sarebbero anche gli impatti sui fondali e sulle rotte marine. In definitiva, Se le attività di ricerca, perforazione ed estrazione saranno condotte con la stessa superficialità con cui vengono redatti gli studi di impatto ambientale, stando a quelli che abbiamo analizzato fino ad ora, il mare siciliano è in grave pericolo.