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Cari studenti,

quello che è avvenuto la notte tra il 15 e il 16 ottobre è stato un puro atto di viltà e di delinquenza.

Di viltà perché fatto da visi e mani nascoste, di delinquenza perché solo chi è abituato a delinquere è pronto a correre i rischi e i pericoli che hanno corso coloro che si sono macchiati dell’atto vandalico.

A voi , cari alunni, è stato negato il diritto fondamentale per cui tante volte avete e abbiamo lottato e per il quale lo Stato, il personale della scuola e i vostri genitori quotidianamente si impegnano. Vi è stato negato l’utilizzo di un luogo dove , momento dopo momento , si forma il pensiero necessario per far crescere la comunità .

A noi , personale della scuola, è stato impedito di svolgere il proprio dovere per il quale veniamo pagati.

Non so quale sia stato il motivo che abbia spinto queste persone a compiere tutto ciò ed è per questo che vorrei tanto “ incontrarli “ , per capire io e far capire loro che solo la strada del dialogo porta nel mondo della civiltà.

La violenza, in qualsiasi modo espressa, rimane tale, ci impoverisce , ci impregna di odio, ci abbrutisce, ci rende infelici , ci impedisce di crescere e rappresenta un pericolo per noi e per chi ci sta vicino.

Mi rivolgo a tutta la comunità scolastica ( alunni, genitori, personale della scuola) affinchè chiunque abbia visto o veda trovi la forza della “ denuncia sociale”, per evitare che pochi “rumorosi” travolgano i molti “silenziosi”.

Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta incomprensibile violenza. Dobbiamo trovare, nonostante il lutto che abbiamo dentro, la forza per non abbandonare costoro al proprio destino, tentando di coinvolgerli in un processo educativo che li possa pienamente reinserire nel tessuto sociale.

Anche noi , però, dobbiamo avere la forza di reagire con immediatezza di fronte a tanta violenza che sfregia ed umilia la nostra persona, volendo limitare la nostra libertà, mettendoci in gioco in prima persona, annullando il fine ultimo dell’Azione di questi Vandali.

Dobbiamo evitare che il nostro silenzio e la nostra inattività possano essere interpretati come consenso a chi in qualsiasi modo delinque.

Per quanto mi riguarda, seppur turbato ed amareggiato , sarò più determinato di prima a svolgere con impegno, coerenza, trasparenza ed imparzialità il mio quotidiano lavoro , appellandomi a tutti voi “ attori scolastici” , perché la condivisione del nostro comune agire possa sconfiggere coloro che vogliono impedire la crescita di questa collettività.

Un abbraccio a tutti voi.

 

Licata 18.10.2012

Santino Lo Presti