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segretario PD licataL’elezione del Presidente del Consiglio e dell’intero ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale ha dimostrato una verità incontrovertibile, ribadita dal Consigliere Enzo Sica e cioè che la città legittimamente ha voluto come sindaco Angelo Cambiano ed altrettanto legittimamente ha eletto un consiglio comunale con una maggioranza diversa, quindi il sindaco in Consiglio non ha i numeri per imporre a nessuno la sua volontà. Angelo Cambiano e le forze politiche che lo sostengono farebbero bene a prendere atto che a loro spetta di governare ma non hanno la maggioranza in città. Non esiste una legittimazione maggiore per il sindaco e minore per il consiglio, la legge elettorale prevede l’istituto degli apparentamenti, non come l’esercizio di un dispettoso Archimede, ma proprio per fare prevalere il principio della rappresentatività al formarsi di una maggioranza diversa da quella del sindaco eletto, chi sostiene altro farebbe bene a studiare prima di farneticare. Infatti, la politica è proprio l’arte dell’aggregare e del mediare, non del comando – di memoria storica in questa nostra Italia.
Il sindaco, di fronte al responso delle urne, in occasione dell’elezione del Presidente del Consiglio aveva due strade: prendere atto dell’insufficienza dei suoi numeri e proporre alla luce del sole alla maggioranza in consiglio di co-determinare la figura del Presidente; oppure tentare di conquistare una maggioranza convincendo i consiglieri eletti in liste diverse dalle sue a cambiare casacca. Il Sindaco che si vanta di rappresentare la “nuova” politica ha scelto la seconda strada, quella della ricerca affannosa degli accordi sottobanco ed ha politicamente perso. Noi che, a dire dei suoi emissari, rappresentiamo la “vecchia” politica non gli abbiamo sottoposto nessuna candidatura né individualmente né come partito né come coalizione per la semplice ragione che è interesse dell’Amministrazione svelenire il clima, facendo seguire alle parole di disponibilità al dialogo pronunciate nei comizi, i fatti, che, invece, fin dai primissimi atti hanno dimostrato il contrario. Se il sindaco pensa di amministrare la città con questi metodi: con le forzature, con la campagna acquisti, tentando di imporre agli altri i suoi candidati e le sue proposte, si accomodi, questa non è una “minaccia” – come dice la sua giovane ed inesperta consigliera Ferraro – ma un grave errore politico che danneggia la città.
Il Sindaco si preoccupi di trovare soluzione ai gravi problemi dei licatesi, risponda ai rilievi della Corte dei Conti sulla drammatica situazione dei conti del Comune e non cerchi scuse in chi lo ha preceduto, perché lui e i suoi alleati possono fare solo il mea culpa. Individui politiche di sviluppo che portano alla reale crescita dell’occupazione, ci spieghi quale è il progetto della gestione dei rifiuti il giorno dopo l’uscita dalla Dedalo e quanto costerà ai cittadini e venga in Consiglio, troverà una opposizione ferma ed intransigente sulle pastette ed i favori agli amici degli amici, ma costruttiva nell’interesse dei licatesi. Dalle prime dichiarazioni del Sindaco, purtroppo, dobbiamo registrare che siamo di nuovo al fumo negli occhi di ombrellini, piste ciclabili a senso unico e senza ritorno, feste e festini.
Chiaramente, quanto sopra esposto è pienamente condiviso dai sedici consiglieri comunali e dai rappresentanti delle forze politiche che compongono la maggioranza in Consiglio.

Massimo Ingiamo – segretario cittadino Partito Democratico