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Uscirà in autunno, quasi sicuramente in ottobre, il nuovo romanzo di Francesco Bellanti, sempre per i tipi dell’editore Carello di Catanzaro, casa editrice con la quale lo scrittore palmese ha pubblicato con successo Isabella Tomasi di Lampedusa – La più grande dei Gattopardi, biografia romanzata di Suor Maria Crocifissa della Concezione, che è stata bene accolta presso gli eredi dei Tomasi e ambienti ecclesiastici e intellettuali, salutato con entusiasmo dal pubblico palmese e dalle autorità cittadine (l’amministrazione comunale palmese ha comprato decine di copie per diffonderlo anche nelle scuole). Il titolo del nuovo romanzo è “Storia scellerata” e ha come sottotitolo “di don Lollò il Crasto, che fece il vastaso per diventare l’ultimo Gattopardo, attore, nobile, mafioso e deputato”, e la prima stesura risale a dieci anni fa, poi è stato ripreso e terminato l’anno scorso. Con questo romanzo, l’ex professore del Liceo G.B. Odierna di Palma di Montechiaro e dell’ITC Re Capriata di Licata – che da mesi lavora a un romanzo storico sull’Ottocento ambientato in Sicilia – conferma i suoi interessi per una letteratura visionaria e fantastica, ma fortemente ancorata alla realtà, secondo un’estetica molto vicina a quella del realismo magico. Così viene fuori in questo romanzo di circa trecento pagine una Sicilia allucinante ed effervescente, aberrante e pazzesca, metafisica ma vera, luogo fatale d’incontri, d’incroci di razze, genti, popoli, culture e lingue. È la storia straordinaria di un grande proprietario terriero, Don Calogero Pappalardo detto don Lollò il Crasto, un ex mafioso che vuole diventare il più grande dei mafiosi, deputato, l’ultimo dei Gattopardi. Un uomo che all’improvviso impazzisce, vuole rappresentare un Mortorio sacrilego che getta nel panico il paese. Dice di essere il Diavolo e terrorizza tutti facendo diffondere di sé una cattiva fama d’indemoniato, puttaniere e assatanato di sesso. Segue un’indagine imbarazzante prima di poliziotti e poi di carabinieri fra spie e mafiosi, politici e amministratori corrotti, fra sette religiose e monasteri, fra esorcismi e occultisti, in un’atmosfera da fine del mondo. In questa vicenda ben presto si dipana il mistero di un grande teologo che vive appartato in un Monastero benedettino di cui è rettore, che ha il suo coronamento in una straordinaria storia d’amore attraversata da quarant’anni di follia, di solitudine e di desiderio. L’inchiesta di un maresciallo dei carabinieri attraversa un caleidoscopio straordinario di personaggi tragicomici, bizzarri, stravaganti, eccentrici, paradossali ma veri, uomini, non solo maschere di un tourbillon di storie, dialoghi, incroci culturali e linguistici originali, in un paese immaginario che continua a chiamarsi Almeda, già presente ne “Il Cardinale e il labirinto di Dedalo”, e che ha molti punti in comune con il paese dove è nato e vive l’autore de “Dialogo con il Führer – Giorni d’estate a Berchtesgaden”.