Pubblicità

foce_gRiceviamo e pubblichiamo l’interrogazione scritta presentata dall’onorevole di Sel Erasmo Palazzotto circa la situazione drammatica nella quale versa la Foce del Fiume Salso.

Al Ministro dell’Ambiente per sapere, premesso che: Apprendiamo che a Licata, in provincia di Agrigento, su un’area compresa tra la sponda destra della foce del fiume Salso e il porto turistico di Licata, da svariati anni sarebbero stati depositati e abbandonati in modo incontrollato ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi e nocivi per la salute e l’ambiente; l’area sarebbe da diversi anni senza recinzione, senza cancello e lasciata aperta a chiunque volesse entrarvi per sversare, in pieno centro abitato, rifiuti nocivi per la salute pubblica, lasciandoli a diretto contatto con il terreno, esposti agli agenti atmosferici, con conseguente inquinamento del suolo e delle falde acquifere sottostanti; la foce del fiume Salso sarebbe quindi piena di cumuli di rifiuti di ogni genere e, in particolare, oli esausti, vernici, montagne di piastrelle rotte, una quantità enorme di amianto in frantumi, sfaldato e polverizzato, vi sarebbero carcasse di cani in putrefazione, sacchi Erasmo-Palazzottoneri stracolmi di materiale scuro, guaine di cavi elettrici sparse dappertutto, pneumatici fuori uso, siringhe intrise di sangue e tantissime boccette vuote di metadone gettate all’interno di un fabbricato che ospita un impianto di sollevamento fognario comunale; tale discarica a cielo aperto confinerebbe non solo con il porto turistico ma anche con un edificio scolastico, il comando di Polizia Municipale e le caserme dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; in quello stesso luogo, tra il 1997 e il 2002 sorgeva l’Osservatorio Avifaunistico, dove si trovava il “sentiero natura”, lungo il quale i bambini delle elementari potevano osservare le essenze floristiche tipiche degli ambienti fluviali e una serie di cartelli didattici, fino a giungere al “capanno di osservazione”; in quel luogo, oggi inquinato e contaminato da chi ripetutamente vi ha riversato rifiuti nocivi, si svolgeva una vera e propria attività scientifica, volta allo studio naturalistico dell’habitat fociale mediante il censimento avifaunistico, lo studio dei flussi migratori, il monitoraggio delle acque, lo studio della fauna e della flora costiera, ma anche attività didattica, attraverso visite guidate da parte di scolaresche di ogni ordine e grado, a completamento degli incontri effettuati in aula.

Con quel progetto veniva di fatto intrapreso, dall’architetto licatese Franco Galia e dai ragazzi del WWF di Licata, un processo di bonifica e riconversione della zona fociale e, al contempo, si avviava un nuovo modo di intendere lo sviluppo urbanistico di Licata. L’idea era quella di trasformare la foce in una vera e propria oasi naturalistica, un parco urbano-fluviale con percorsi pedonali e ciclabili lungo le sponde e attrezzature di svago a servizio della città; purtroppo ancora oggi quell’area viene costantemente inquinata, anche dagli sversamenti di reflui non depurati provenienti dal depuratore comunale gestito dalla Girgenti Acque, come documentato e denunciato dall’associazione ‘A testa alta’ lo scorso 6 aprile, 1° e 18 maggio 2014:- se e quali iniziative siano state messe in opera per verificare l’eventuale inquinamento del suolo alla foce del fiume Salso e delle falde acquifere del fiume stesso; se non ritenga urgente assumere iniziative al fine di agevolare tutte le azioni necessarie al recupero della grave situazione ambientale in essere.

Erasmo Palazzotto – Deputato Sel