Lo scorso 18 Giugno è stata riportata in superficie nelle acque del mare di Licata un’anfora greco-italica di età compresa tra il quarto e il terzo secolo Avanti Cristo. Il rinvenimento subacqueo è stato reso possibile grazie all’ausilio della Sea Star, l’imbarcazione della Lega Navale Italiana varata la scorsa settimana, e grazie alle immersioni del gruppo subacqueo dell’associazione Archeologica Finziade. I sommozzatori del nucleo subacqueo del gruppo archeologico licatese che hanno partecipato alla scoperta sono Michele Ruggieri, Fabio Amato, Agostino Cantavenera e Giuseppe Cantavenera. L’anfora recuperata, rinvenuta in quattro frammenti, era stata individuata dal nucleo nei mesi scorsi e la sua posizione era stata segnalata tramite Gps. Attualmente si trova in custodia presso la tenenza navale della Guardia di Finanza sul molo di Marianello. Si tratta di un reperto utilizzato per il trasporto del vino ed è dello stesso tipo di quelli rinvenuti nelle vicinanze dei palmeti sulle colline licatesi. Il presidente della Finziade Fabio Amato ha già provveduto ad avvisare il Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa, a cui è stata inviata anche una relazione nella quale è specificato di voler esporre al Castel Sant’Angelo gli ultimi reperti rinvenuti utilizzando le vetrine dismesse del museo della Badia.
Finziade: ritrovata a mare un’anfora greco-italica
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