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TUNISIA-ATTACKS-TOURISMNon è proprio lo “spirito di Monaco” che aleggia sull’Occidente, ma poco ci manca. Ieri è toccato alla Danimarca, l’altro ieri alla Francia e alla sua libertà d’espressione. Nei mesi e negli anni scorsi all’Iraq, alla Siria, ai curdi; alla Spagna e all’America, la prima a essere colpita. Proditoriamente.
Purtroppo, ancora si considera la lotta al terrorismo islamico come qualcosa che riguarda soltanto il paese che ne viene colpito. E non come minaccia generale al mondo democratico e cristiano. Guardiamo alla pronta reazione del paese vittima della violenza contro gli assassini del momento. Che sono poi gli assassini di sempre. Di ieri in America e in Spagna; di oggi in Francia, in Tunisia e nel mondo arabo. L’assalto alla redazione di un giornale satirico a Parigi e quella al museo del Bardo di Tunisi, due luoghi di libertà e di cultura. Soprattutto il secondo. Ora sono 24 le vittime accertate, di cui quattro italiane. Il filo di speranza di ritrovare vivi i dispersi si è dunque rotto. E quella che doveva essere una vacanza, una crociera a Tunisi è diventata tragedia e orrore. La tragedia e l’orrore che il Califfato sparge a tradimento per il mondo ammazzando uomini e donne inermi. E mettendo sempre più a repentaglio la vita di tutti. In ogni posto.
Oggi è la Tunisia a dover reagire. Come ieri è stata la Francia. Ma quando capiremo di dover reagire tutti insieme contro il terrorismo? E che quella che viviamo è una guerra, benché con sistemi diversi?
Lo “spirito di Monaco”, e cioè l’ignavia delle democrazie europee di fronte al rafforzamento e all’aggressività di Hitler, fece piombare l’Europa nella cupa notte della Seconda guerra mondiale e dello sterminio razziale. Sono passati settant’anni dalla sua fine. L’Occidente alzi la guardia sulla nuova minaccia ed eviti di ripetere errori costati cari nel passato.

Gaetano Cellura