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“Le tariffe per il riacquisto delle aree di sedime sono inaccettabili”. Gli ex proprietari degli immobili abusivi demoliti da Aprile 2016 ad oggi contestano le cifre stabilite per permettere loro (che ne avrebbero priorità) la “recompra” dei terreni. L’ultima deliberazione di Giunta (dello scorso 20 Aprile 2020) fissa infatti in 15 euro al metro quadrato la tariffa per il riacquisto e il tutto è inserito nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per gli esercizi finanziari che vanno dal 2020 al 2022. Il provvedimento dell’Ente specifica come “per le aree di sedime la valutazione è stata effettuata con il metodo sintetico comparativo, mediando i valori unitari desunti da atti di vendita di terreni aventi caratteristiche analoghe, acquisiti presso studi notarili o da siti online. Si è ritenuto congruo il prezzo unitario di 15 euro/mq trattandosi di aree quasi tutte insistenti in Zona L del Piano regolatore”. Cifra considerata decisamente elevata dagli ex proprietari di immobili abusivi. A prendere posizione è il Comitato per la Tutela della Casa, in prima linea ormai dall’Aprile 2016. “C’è una disparità inaccettabile nelle cifre per il riacquisto – fanno sapere i componenti – l’Agenzia delle Entrate ha fissato in 0,66 centesimi al metro quadro il valore medio per terreni agricoli nella nostra Provincia, il Comune per il riacquisto chiede invece a noi ex proprietari la cifra di 15 euro al metro quadro. Oggettivamente ci sentiamo beffati doppiamente e presi in giro. Chiediamo a Palazzo di Città la revisione delle tariffe per il riacquisto delle aree di sedime dove erano stati realizzati i nostri ex edifici. Perché al netto di tutto ci teniamo a ricordare che nelle mura di una casa abbattuta, scorre il sangue di chi con enormi sacrifici l’ha costruita”. Il Comitato per la Tutela della Casa, attraverso i propri rappresentanti, ci ha quindi tenuto a far sapere come “al giusto prezzo vorremmo tornare ad essere proprietari del terreno a cui sono legati sentimenti di affetto e parentela. Chiediamo sia applicato un prezzo simbolico o, in subordine, il prezzo di mercato e non un prezzo al metro quadro così come determinato dal Comune che è di gran lunga superiore al valore del terreno stesso”. Alcuni ex proprietari – secondo quanto abbiamo avuto modo di apprendere – hanno già dovuto rinunciare ad esercitare il diritto di riacquisto proprio per l’elevato costo. Con i terreni passati nel frattempo ad altri acquirenti soprattutto lungo le zone balneari.