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Il mondo s’è scoperto indifeso e fragile di fronte al virus. E si credeva forte, invece. Inespugnabile. L’Occidente soprattutto s’è trovato, e quando più ne aveva bisogno, senza la sua “anima sentinella”. Era in vacanza quel giorno? E l’Italia, prima a esserne colpita, era così distratta da dimenticare che le sentinelle mancanti vanno sostituite? Chi ci avverte sennò del pericolo?

Forse l’Italia e l’Occidente si sono fidate ingenuamente della Cina da cui tutto è partito. Mentre prende sempre più piede il convincimento che il grande paese asiatico non ci abbia avvertito della pericolosità dell’epidemia e abbia voluto infettare il resto del mondo deliberatamente. Il professore Luc Montagnier arriva a vantare certezze sulla natura artificiale del virus. Manipolato in laboratorio – non necessariamente un laboratorio cinese – e da lì uscito per errore umano. Altri scienziati – la maggioranza credo – non sono d’accordo con lui. E ritengono originale questa tesi. Ma perché dovremmo credere a loro, che ammettono di non conoscere ancora bene il virus, e non a uno scienziato insignito del Premio Nobel?

Sappiamo cosa c’è in questa pandemia: il grido dei morti e i lamenti del mondo, straziato bosco umano (direbbe Montale). Ma non sappiamo cosa ci sia dietro. (La  responsabilità attribuita alla Cina è solamente una fisima americana?)

Scienza con pazienza,/il supplizio è sicuro – scriveva Rimbaud. È un verso dell’Eternità che il ragazzo di Charleville scrisse nel 1872. E da cui prima abbiamo tratto l’immagine poetica dell’anima sentinella. Troppo tempo è passato per attribuirgli il senso che vi cerchiamo. E credo comunque si riferisse al tempo – spesso lungo, tragicamente lungo – di cui la scienza ha bisogno per fare il bene del mondo e salvare vite umane. Come, d’altra parte, avviene anche oggi. Rimbaud ci ha dato una delle definizioni più belle dell’Eternità. Ci ha detto che l’eternità è “il mare andato col sole”.

Se è vero quel che pensa Montagnier, e molti altri sospettano, il tempo alla scienza è servito per dare in questi mesi supplizio al mondo. E non sarebbe la prima volta. La prima volta che il mare non va col sole.

Gaetano Cellura