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88181_3805076È l’Unione europea che va interamente a farsi friggere con il mancato rispetto degli accordi di Schengen. E proprio vent’anni dopo la loro entrata in vigore. Graduale per alcuni paesi (l’Italia vi aderì nel 1997) e dopo un lavoro di preparazione durato dieci anni. In tutto, da trent’anni viviamo l’illusione dell’abolizione delle frontiere nel Vecchio Continente. E della libera circolazione, della nostra libera cittadinanza in una più vasta area sovrannazionale dopo la caduta dei muri ideologici.

Le scene di questi giorni, con le camionette della polizia a presidiare le frontiere, ci risvegliano dal vecchio sogno liberale. O meglio ci dimostrano quanto ingannevole sia stato: circolino pure i capitali, questa la sua filosofia, circoli il denaro dell’economia liberista che ha fatto del mondo un turpe teatro di disuguaglianze, ma non gli esseri umani più poveri e disperati. Quelli – profughi di guerra, richiedenti asilo o “semplici” migranti – respingiamoli, rimandiamoli indietro, lasciamoli marcire nelle stazioni, nelle caserme abbandonate, nei parchi e nelle strade italiane. Nel solo paese dell’Unione che li accoglie e che almeno mostra un po’ d’umanità. Grazie a un esercito di volontari, pronti ad assisterli, a non fargli mancare un bicchiere di latte e un pezzo di pane, incuranti del contagio da scabbia e ora anche da malaria cui si espongono.

Non li vuole nessuno in Europa i migranti sbarcati sulle nostre coste e la cui richiesta è di poter raggiungere qualche parente in Francia, Germania, Gran Bretagna. Restino pure – con la loro fame e le loro malattie, senza un soldo – a Milano Centrale, a Roma Tiburtina, a Catania, alla stazione di Ventimiglia. Insomma, se la sbrighi l’Italia. Decida lei, da sola, cosa farne di questa umanità sfortunata e perduta. I Trattati – da quello di Schengen a quello di Lisbona in cui poi è stato inserito – sono carta straccia in quest’Europa priva di senso della solidarietà. E la stessa Unione è ormai un fantasma senza politica e incapace di governare la tragedia epocale dell’immigrazione. Senz’altra sovranità se non quella d’imporre rigore economico agli Stati membri, perdita di diritti e tagli al welfare, sacrifici enormi ai suoi cittadini. Non per realizzare il sogno di Altiero Spinelli l’hanno fatta quest’Europa della moneta unica senza Stato, ma per rendere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri.

(g.c.)