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Il candidato alle prossime elezioni regionali Carmelo Pullara interviene per esprimere solidarietà alla marineria siciliana.

In questi giorni sono molto vicino al momento difficile che stanno attraversando i nostri pescatori. Una legge, la 154 del 2016 sta mettendo in ginocchio le nostre marinerie siciliane e tutto il comparto del territorio italiano. Questa norma nasce da una direttiva europea che però ha il limite di essere probabilmente inadeguata per il nostro paese e in particolare per la nostra regione. Attraverso questa norma il regime sanzionatorio sulla pesca è stato inasprito notevolmente. Una piccola disattenzione del pescatore potrebbe procurargli addirittura una sanzione di importo superiore ai 75 mila euro.
Ci si accanisce verso una categoria già martoriata colpendo anche chi opera in modo corretto o commette un errore senza malafede. La norma impone adempimenti burocratici e amministrativi che sono molto complessi il cui rigoroso rispetto, non è facilmente attuabile con precisione.
Si parla di sanzioni che in media oscillano dalle 4 mila euro a un massimo di 75mila per i pescherecci più grossi. In questo modo vengono penalizzate ditte piccole e grandi. Si tratta di norme comunitarie spesso pensate sul modello di pesca dei Paesi del nord Europa, dove però c’è minore varietà sia di imbarcazioni che di specie ittiche.
Si evince quindi una forte sproporzione tra il valore del danno e la sanzione.
Un esempio che i pescatori riportano è sui pesci sottotaglia che accidentalmente possono essere presenti in una cassetta: per un valore totale di 50 euro per una cassetta di pescato, la sanzione può essere anche di 5mila euro.
Inoltre, paralizzando il pescato italiano, si darebbe spazio alla merce di provenienza estera che non sempre risponde ai nostri standard di qualità. E’ mortificante per noi siciliani vedere pesce estero venduto sui banconi delle nostre pescherie.
Da qui, tutto il mio sostegno morale e politico alle nostre marinerie di Licata, Porto Empedocle, Sciacca e ovviamente a tutte quelle della nostra regione, che si battono e protestano per ottenere una revisione della normativa che va verso la direzione di un sistema sanzionatorio “ragionevole” che non produca impatti sulle imprese che pescano utilizzando attrezzature legali.
Il comparto della pesca, soprattutto nella nostra regione, ha bisogno di leggi che lo sostengano e lo promuovano, mentre in questo modo si ha l’impressione che lo si voglia ridurre prestando il fianco a coloro che operano in modo disonesto.

Carmelo Pullara