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Una levata di scudi: è quella degli operatori e delle operatrici dei centri di acconciatura e di estetica. Una sorta di sollevazione dopo il decreto del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, con il quale rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona. “Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il coordinatore del comparto di CNA Sicilia, Francesco Cuccia – ci siamo subito mossi. Nelle prossime ore è stata convocata una seduta di Presidenza Cna Benessere e Sanità, sia in ambito regionale che nazionale. Faremo il punto della situazione e porteremo sul tavolo le legittime richieste”. “Ma non solo – annunciano i vertici regionali della Confederazione – chiederemo con forza, attraverso un accorato appello alle Istituzioni Politiche della Regione con in testa il presidente Musumeci, – che la Sicilia, facendo leva sul fatto che la parabola del contagio sia ormai vicina allo zero, rivendichi una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da consentire ad acconciatori e centri estetici, e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2. Sarebbe stato opportuno, in questa ottica – sottolineano presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione – fare prevale il buon senso ed investire in modo significativo sulla sicurezza e sul rispetto delle regole(distanziamento sociale, capienza massima dei locali, utilizzo di dispositivi di protezione e così via), invece di adottare la linea dura dello slittamento, ignorando che tutto questo si tradurrà in un sonoro “incasso zero” per oltre 3 mesi. Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia dell’avanzata e diffusione dell’esercizio abusivo della professione. Rispetto a questo fenomeno, che ha anche una rilevanza sociale in quanto mette a repentaglio la sicurezza pubblica, noi chiediamo – concludono Battiato e Giglione – che le autorità competenti intensifichino i controlli per arginare questa pratica illegale, che, lo ribadiamo, non è solo una questione di concorrenza sleale”. CNA punta anche l’attenzione sull’attività di toelettatura degli animali, per la quale richiede l’imminente riapertura “tenuto conto della possibilità di lavoro per appuntamento senza contatto diretto fra le persone, seguendo percorsi normativi già applicati in altre regioni italiane”.