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ettore-majoranaUn mistero lungo settantotto anni. Quanti ne sono trascorsi dalla sua sparizione il 27 marzo del 1938. Tante tesi – suicidio, fuga all’estero, ritiro definitivo in convento – e nessuna certezza. Forse l’unica riguarda ormai la sua morte. Quale ne sia stato il volontario destino, Ettore Majorana oggi avrebbe centodieci anni. Ed è dunque difficile pensarlo ancora in vita. “È così intelligente – disse Fermi – che se ha deciso di scomparire, nessuno lo troverà mai”.

Il film documentario di Egidio Eronico, al debutto nelle sale cinematografiche, si ferma alla scomparsa del fisico catanese. E vi ragiona senza alcuna pretesa d’andare oltre: indagare sul mistero che l’accompagna: sposare una delle tesi in campo: proporne altre o accreditare quella (fantasiosa) del complotto internazionale per farlo sparire. Majorana lasciò Napoli per Palermo. S’imbarcò sul traghetto e da allora fece perdere le proprie tracce. C’è chi lo vuole suicida, chi in Germania al servizio del Terzo Reich e poi in Argentina dove sarebbe sepolto sotto falso nome.

Una foto del 1950, pubblicata da Simon Wiesenthal famoso cacciatore di nazisti, lo mostra con gli occhiali scuri sul ponte della nave per il Sudamerica accanto ad Adolf Eichmann. Ma è lui? Nemmeno Wiesenthal ne è certo. Ma la foto rivela una straordinaria somiglianza con quelle giovanili di Majorana, rielaborate al computer. Un’altra pista da seguire l’ha suggerita l’uomo che nel 2008 telefona alla trasmissione Chi l’ha visto?  e dice d’aver conosciuto Majorana in Sudamerica e di avergli scattato una foto nel 1955. Aveva una macchina gialla piena di fogli con numeri, virgole e sbarramenti. “Mi chiese in prestito 150 bolivar – dice – e gli diedi i soldi a condizione di farsi fotografare con me”. Majorana era contrario alla foto, ma cedette al “ricatto”.

EGIDIO-ERONICOFantasie? Il fatto è, per il RIS dell’Arma, che sovrapposta a quella del padre del fisico, da quest’ultima foto emergono “similitudini somatiche compatibili con la trasmissione ereditaria padre-figlio”. E tali da richiedere ai carabinieri ulteriori verifiche in Argentina. Se sono state fatte e come sono finite non lo sappiamo. Dopo tanto tempo, del resto, riguarderebbero solo il ritrovamento della tomba, ammesso che Majorana sia seppellito nel paese sudamericano.

Suicida oppure sparito ma vivo, è il rimorso per aver lavorato alla scoperta della Bomba ad agire su di lui. Dei ragazzi di via Panisperna, la sede romana dove si ritrovavano Enrico Fermi e i suoi collaboratori, era il più geniale. L’unico, benché ancora giovanissimo, in grado di sfidare la scienza del maestro e di porsi con lui in aperto dissidio. “Una cometa dell’intelligenza che volle perdersi nella notte” lo definisce stupendamente Guido Ceronetti. Quando sparì, Majorana aveva trentadue anni, insegnava all’università di Napoli ed era molto conosciuto e stimato anche in Germania. Le voci sulle sue simpatie per il nazismo, negate da Sciascia, potrebbero tuttavia trovare conferma in due lettere. Una a Emilio Segrè e l’altra alla madre che non si rassegnò alla sua scomparsa e chiese a Mussolini indagini serrate, com’era giusto.

Il film di Eronico, che s’intitola Nessuno mi troverà, mostra un Majorana diverso da quello taciturno e timido, eternamente angosciato che ci è stato finora raccontato. Un Majorana “sconosciuto”. E pure sorridente. Dove sia finito non è un problema filosofico per Ceronetti. Perché era il “Non Luogo” ad attrarlo, l’Altrove utopico.

Gaetano Cellura