di Gaetano Cellura Ѐ il problema più urgente. E la nuova amministrazione intende affrontarlo con la massima determinazione. Ne è prova la recentissima ordinanza del sindaco Angelo Balsamo. Ordinanza con la quale viene intimato alla ditta RTI-Licata Ambiente, appaltatrice del servizio di raccolta differenziata e pulizia della città, di provvedere tempestivamente alla pulitura dell’intero litorale, da Torre di Gaffe a Canticaglione. Litorale stracolmo di rifiuti urbani ( e non solo) in prossimità dei luoghi – balneari e di villeggiatura estiva – più attraenti di Licata.
La città si sveglia, da questo punto di vista. Si sveglia sul piano amministrativo. E sul piano delle iniziative volontarie dei cittadini. Che da due settimane s’impegnano energicamente per liberare Licata da rifiuti ed erbacce varie, in parte sostituendosi a chi è pagato per svolgere questo servizio.
Se il nuovo sindaco ha chiesto perentoriamente il rispetto del contratto stipulato dal suo predecessore con la ditta appaltatrice del servizio è perché, in effetti, il danno ambientale, paesaggistico ed economico ha superato ogni limite immaginabile. Consapevole e stanca di questa intollerabile situazione igienica e ambientale, la cittadinanza fa quadrato intorno alla nuova amministrazione comunale. E non potrebbe essere altrimenti di fronte a un problema che è di tutti ma di cui non tutti abbiamo uguale coscienza. Soprattutto non ne ha coscienza quella parte di cittadini che sporca, senza scrupolo alcuno, il bene comune e i luoghi più attrattivi e seducenti della città. E così comportandosi rende – altro danno – di gran lunga più costoso il servizio pattuito.
La pulizia urbana e delle coste è il vero fronte caldo della città e della sua classe politica. Di fronte al quale non c’è distinzione di colore politico. Il nuovo sindaco ha promesso e scommesso tanto sulla pulizia. E tanto si gioca sul piano della credibilità politica. Ma è chiaro che anche l’opposizione deve fare la sua parte quanto a collaborazione e impegno. Altre sono già state (e magari saranno) le occasioni su cui dividersi: non certo sui rifiuti. E bisogna impostare un lavoro nuovo che avvii una riflessione seria sulle politiche di privatizzazione dei servizi essenziali a partire dagli anni novanta. E del loro incontestabile fallimento.