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cosa-successo-verita-giulio-regeni-orig-1.jpgLa tortura è uno dei volti feroci del potere. Gli altri sono le stragi di Stato e la verità insabbiata per la ragion di Stato. La tortura – proibita dalle convenzioni sui diritti umani – viene ancora praticata, con finalità politiche e investigative, sia dai paesi dittatoriali, e la cosa non stupisce affatto, che da quelli democratici che dovrebbero ripudiarla per principio. Fosse ancora vivo, Pietro Verri farebbe bene a riscrivere e aggiornare le sue Osservazioni su uno strumento coercitivo, mortale o di devastazione fisica, come la tortura, che già ai suoi tempi provocava sdegno intellettuale e morale e mortificava la giustizia degli uomini. Come tutti noi – cittadini del mondo: liberi oppure sudditi di Stati autoritari e dispotici – faremmo bene a rileggerle. Per renderci conto che l’era buia dei diritti umani calpestati, di fatto, non è mai tramontata. E che certi libri sono stati scritti per l’eternità. (Anche se non vengono aggiornati).

Non solo la fine di Giulio Regeni, ucciso e sfigurato in Egitto, deve farci riflettere. Ma anche quella di altri connazionali, prigionieri o peggio morti di recente in Libia dove lavoravano da buoni padri di famiglia innocenti. Anche quella dei due marò italiani – uno in patria per motivi di salute, l’altro ancora in India – sui quali, a distanza di anni dall’inizio della loro vicenda, non esiste nessun capo d’imputazione. E ancora altri fatti di questo terzo millennio che indietro ci riportano nel tempo: di giornalisti uccisi in varie parti del mondo – Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Vittorio Arrigoni, Anna Politkovskaja – perché testimoni di verità o oppositori politici nei loro paesi. Oppure le condizioni disumane in cui vivono i migranti nel campo profughi di Idomeni nell’attesa che la porta dell’Europa s’apra per loro. Senza dimenticare la prigione di Guantanamo o il pestaggio di Stefano Cucchi o i fatti di Genova del 2001 o il trattamento cui vengono ancora sottoposte le donne musulmane.

Tutti avvenimenti di cui il progresso democratico, le conquiste liberali, la fine dei totalitarismi in Europa parevano aver ridotto la portata. E invece siamo tornati al punto di partenza. Un po’ per la natura politica di certi regimi, dove il diritto è l’arbitrio del più forte. Un po’ per la paura della minaccia terroristica che ha indotto anche le democrazie occidentali a rivedere e a limitare certi suoi principi liberali. E a ritenere “amici” dei dittatori, come l’egiziano al Sisi, solo perché nostri alleati contro l’Isis e il terrorismo islamico.

Ma il modo in cui è stato torturato e ucciso il giovane Regeni, ricercatore e studioso dei modelli economici mediorientali, le parole della madre – “tutto il dolore del mondo riversato su di lui” – la verità ancora negata dal governo egiziano sulla sua fine, ci dicono quanto bisogno abbia il nostro mondo di un nuovo illuminismo. E quanto bisogno abbia quella vasta parte di mondo dove non è mai arrivato di conoscerlo. Contro la tortura e i Torquemada d’ogni epoca e natura.

Gaetano Cellura   

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