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Il primo bilancio chiuso con un passivo di un milione e trecentomila euro. Cui  devono aggiungersi la somma di 680 mila euro per l’acquisto del ramo d’impresa di GirgentiAcque e il cosiddetto “valore di subentro”. Il valore cioè degli investimenti del precedente gestore privato, circa dodici milioni, rimasti finora “ammortati”. La situazione di Aica, la consortile pubblica dei comuni agrigentini che dalla fine di luglio del 2021 gestisce il servizio idrico nella nostra provincia, è giustamente da monitorare. Tiene banco nelle cronache dei giornali e nel dibattito pubblico provinciale, ma viene volutamente ignorata dalla giunta comunale di Licata, dai suoi consiglieri e da quel po’ di politica locale che dalle nostre parti ancora sopravvive.

Nei giorni scorsi è stata la Consulta per l’acqua pubblica a chiedere ad Aica l’accesso agli atti. Accesso negato dall’Azienda perché la Consulta non ha poteri ispettivi. E naturalmente non sono mancate le polemiche. Ora è il presidente del consiglio comunale di Sciacca a chiedere ad Aica una relazione sull’attuale situazione finanziaria. Si teme in sostanza che i costi della nuova gestione del servizio idrico ricadano interamente sui cittadini attraverso un aumento delle tariffe.

Timore fondato. Provenendo dalle bollette dell’acqua le uniche entrate sicure. E basteranno, senza subire aumenti, a far fronte ora anche al “valore di subentro”? In questo modo, Aica non si è caricata sulle spalle una montagna di debiti?

Di giorno in giorno, e senza la presentazione di un piano finanziario per appianare (a breve o a lungo termine) entrate e uscite, la situazione si fa aggrovigliata. Con il rischio di trasformare in una presa in giro il tanto decantato ritorno all’acqua pubblica nella provincia di Agrigento dopo l’uscita di scena di GirgentiAcque.

L’atteggiamento fin dall’inizio defilato del comune di Licata sulla costituzione di Aica non è affatto, e così oggi potrebbe apparire, quello di aver previsto come sarebbe finita; e di essersene tenuto giustamente lontano. Non è così. Perché ai nuovi processi si partecipa. E se vi si intravedono errori ci s’impegna per correggerli. Starne ai margini nuoce ai cittadini. Il cui interesse, a ben guardare la situazione del servizio idrico e del futuro pubblico che se ne prospetta, non è stato fatto. Né da chi ha svolto un ruolo da protagonista né da chi ha scelto di stare alla finestra. Stiamo sottovalutando una questione seria. E ci rifiutiamo di volerlo capire.

Gaetano Cellura