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La ferraglia è sempre lì, sulla banchina, nonostante articoli, post e filmati su facebook e segnalazioni varie; nonostante l’indignazione di molti cittadini. È il segno – uno dei tanti – dell’impotenza della politica in generale, non solo di chi amministra la città. È il segno – a dirla tutta – anche di un certo menefreghismo.

Ho sollevato il problema e ne ho pure parlato personalmente col sindaco. La risposta è stata quella che viene sempre data a tutti: la ferraglia si trova sotto sequestro da parte della magistratura. È lì da due anni, esposta al sole e alle intemperie. Ci viene detto che l’Arpa, interpellata qualche anno fa, abbia escluso possibili danni per l’ambiente e per la salute pubblica.

Ma che vuol dire questo: che tutto quel ferro, d’imprecisata provenienza, deve rimanere sulla banchina per sempre? E che se non era nocivo quando è stato esaminato è da escludere che possa esserlo diventato in seguito?

Quando piove, il liquido di tutto quell’ammasso di ruggine lascia il segno sull’asfalto della banchina. E non sappiamo, perché nessuno ce lo dice, se trattasi di percolato. Quando fa vento, le sue polveri sottili vengono probabilmente respirate dai cittadini licatesi e soprattutto da quanti operano nella struttura portuale. Anche su questo rischio che la città corre non sono state date risposte chiare e rassicuranti. E poi: è proprio così difficile ricoprire la ferraglia con dei teloni per limitarne i possibili danni, compreso il danno al mare, al paesaggio circostante, a una struttura come l’adiacente porto turistico, molto frequentato? Dobbiamo sempre farci riconoscere per le nostre inefficienze e distrazioni? Per la nostra incapacità di farci sentire nelle sedi opportune? Per la nostra colpevole rassegnazione?

Se è vero che la magistratura ne ha disposto il sequestro, la stessa magistratura non può permettersi di tenere per così lungo tempo tutto quel ferro sulla banchina del porto commerciale: in quelle condizioni e senza alcuna copertura protettiva. Facciamoci sentire come cittadini e in specie come classe politica. Quella ferraglia sulla banchina ha fatto il suo tempo. Non era e non è giusto tenervela; e deve scomparire.

Gaetano Cellura