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2014-09-02 18.54.30Forse il consiglio comunale di Licata non si rende conto del suo reale carico di responsabilità. Ieri sulla questione del nuovo canile municipale aveva tutti gli occhi della città puntati addosso. Perché il randagismo è ormai così capillare e diffuso da rappresentare uno dei problemi più urgenti da risolvere. Ebbene, il consiglio comunale ha deciso di non decidere. Avrà pure avuto le sue buone ragioni. Ma il dato è questo, per ora.

Il quarto punto all’ordine del giorno chiedeva ai consiglieri di esprimersi sulla destinazione a canile di una delle case abusive acquisite al patrimonio del Comune. La faccenda è delicata, senza dubbio. Perché il problema politico degli edifici abusivi in generale, della loro acquisizione, destinazione d’uso o eventuale demolizione, con troppa nonchalance è stato oggi 994190_306745006177520_5631498725864586359_nscaricato dai governi nazionali e regionali sulle amministrazioni locali, rendendo più difficile di quanto già non sia il lavoro dei sindaci, costretti a prendere (per obblighi di legge) decisioni spiacevoli.

Il consiglio comunale ha chiesto di poter valutare altre opzioni. Ha chiesto cioè che siano sottoposti alla sua valutazione altri immobili abusivi requisiti o di diretta proprietà dell’Ente. Nella sostanza si tratta del film già visto nella seduta del 15 maggio scorso: stessa trama, stessi attori.

Ma la faccenda è delicata soprattutto perché di un nuovo canile Licata non può più fare a meno. E basta girare per le strade per rendersene conto. Temporeggiare, prendere ancora tempo può solo peggiorare la situazione. Con il sindaco o con il commissario, il consiglio comunale sa che una decisione va presa e che la città aspetta fumate bianche, non nere.

Gaetano Cellura