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COMUNE ATRIOLunedì alle ore 16,30, presso nell’aula consiliare del Palazzo degli Scolopi, è stata convocata una assemblea dei sindaci e degli amministratori di tutta la provincia in difesa dell’acqua pubblica. L’obiettivo fare un fronte comune con i paesi in cui c’è ancora una gestione pubblica dell’acqua e con quelli che vorrebbero tornarvi.

Tutto ciò dopo la decisione del consiglio di amministrazione del consorzio Tre Sorgenti di cedere gratuitamente al gestore privato le reti idriche, con il voto contrario di Palma, proprio nel momento in cui, come spiegato nella lettera di invito, il diritto all’acqua è stato definito nella risoluzione ONU del 28 luglio 2010 “un diritto umano universale e fondamentale” e in cui la Regione Sicilia, oltre a disporre l’estinzione dei Consorzi ATO idrici, ha già anticipato le linee guida della nuova disciplina della materia, prevedendo che essa dovrà essere rispettosa dell’esito del referendum del 2011, così assicurando che la gestione della risorsa idrica ritorni in mano pubblica. Il redigendo provvedimento prevedrà sia la gestione diretta di ogni singolo comune, sia quella consorziata ma su base volontaria. A ciò si aggiunga che “la gestione del servizio da parte del gestore privato è connotata da gravi squilibri finanziari i cui effetti sono riversati sugli utenti, costretti a sopportare il pagamento di tariffe di gran lunga superiori a quelle che dovrebbero effettivamente pagare”.

Per queste ragioni la decisione dei comuni di Canicattì, Ravanusa, Grotte e Licata è considerata incomprensibile e sospetta. Di qui, l’allarme lanciato da Palma “anche per quei comuni che non hanno consegnato le reti e che non sono direttamente coinvolti in questa vicenda”.