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Palazzo-della-Provincia1Tre aree metropolitane – Palermo, Catania e Messina – e diverse circoscrizioni provinciali, ma senza più il vincolo alla possibilità di dar vita a liberi consorzi autonomi. Il vecchio testo, fortemente contestato, impediva ai comuni ricadenti nella circoscrizione provinciale di associarsi liberamente in entità territoriali più piccole ma magari più rispondenti ai loro interessi economici, politici e alle proprie affinità storiche e culturali. La riunione di ieri sera a Roma tra i segretari e i capigruppo dei partiti di maggioranza all’Ars, assente il governatore Crocetta, ha raggiunto un primo importante accordo politico che rende non più blindate le circoscrizioni. Se i due terzi dei consigli comunali delle città che intendono liberamente consorziarsi si pronunciano a favore, il consorzio è bell’e fatto; e a dirigerlo, con funzioni di Presidente, sarà uno dei sindaci dei comuni che ne fanno parte, eletto da Sun’assemblea di sindaci e di consiglieri. Tutto questo deve però essere ancora ratificato da una legge votata dall’Ars che disciplini funzioni e compiti di circoscrizioni, liberi consorzi e aree metropolitane. Le Province dunque stanno per scomparire definitivamente dal panorama politico e amministrativo. Ma poiché la legge non potrà essere votata entro il 15 febbraio, è certa una proroga  degli attuali commissariamenti delle province in Sicilia. Se questo non avvenisse, si andrebbe al voto con la vecchia legge e quindi torneremmo a eleggere presidenti e consigli provinciali come se niente fosse successo. Pare comunque che la classe politica siciliana, in un primo momento non proprio compatta sull’abolizione delle province, sia decisa a guardare oltre e a porre mano alla tanto discussa riforma. C’è ora da valutare, per quello che direttamente riguarda Licata, cosa sia più conveniente. Restare nella circoscrizione provinciale? O dar vita – insieme a Gela, Canicattì, altre città – a liberi consorzi? È la vera sfida politica dei prossimi mesi; e presuppone, nel consiglio comunale e nell’intera città, un ampio dibattito e una serie di contatti con i comuni eventualmente interessati alla formazione del nuovo consorzio libero. Tenendo presente quali sono i nostri veri interessi, le reali vocazioni del nostro territorio per raggiungere obiettivi che possano tirarci fuori dall’isolamento, politico e geografico, in cui siamo vissuti.

Gaetano Cellura