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Chiusura del Giudice di Pace, dure critiche dai consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle.

La chiusura del Giudice di Pace è una mortificazione per la città in quanto viene obliterato un presidio di legalità di cui Licata non può fare a meno. È una mortificazione per i cittadini a cui viene reso pressoché impossibile (per l’antieconomicità) tutelare i propri diritti la cui competenza è del Giudice di pace. È una mortificazione per la categoria degli avvocati che non sono stati sentiti, anzi snobbati. Che la motivazione sia di natura economica è un pretesto ridicolo, così come falso che la chiusura non arrecherà disagi all’utenza. Oltre alla beffa ci sarà anche il danno: personale comunale (che è stato formato e su cui si è investito in termini di professionalità e competenza) va pagato ugualmente; l’ edificio è del comune e non viene pagato alcun affitto (anzi le precedenti amministrazioni hanno speso dei soldi per adeguare il locale alla funzione di Ufficio del giudice di pace); il Giudice non viene pagato dal Comune.
Se le spese sono relative alle bollette della luce e del telefono, si presume che qualche decina di euro al mese si possano recuperare dalle casse comunali.
Dopo la chiusura degli asili nido, ora anche la chiusura del Giudice di Pace. Quale sarà la prossima chiusura?
Noi possiamo ammettere che il Sindaco non comprenda l’importanza del Giudice di Pace, ma il vice sindaco, nonché avvocato, si è confrontato con i suoi colleghi prima di avallare una scelta così scellerata? Aspettiamo risposte (anche se generalmente non ne arrivano).

Melania D’Orsi e Vincenzo Carità – consiglieri comunali Movimento 5 Stelle