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foto ospedaleAlle proteste degli infermieri, che ieri a Palermo hanno chiesto stabilizzazioni e sblocco dei concorsi, la Regione risponde con ulteriori tagli e con l’accorpamento dei reparti negli ospedali. Mario Augusto, segretario locale degli ospedalieri iscritti alla Cgil, ha diffuso una nota sulla prevedibile carenza di personale all’ospedale di Licata in vista delle ferie estive. Cosa che potrebbe provocare una ridotta assistenza agli ammalati e il rinvio di alcuni interventi chirurgici programmati.

Da qualche giorno circolano pure voci di un accorpamento tra i reparti di chirurgia e di ostetricia al San Giacomo d’Altopasso che creano apprensione sul futuro della struttura ospedaliera licatese. Cosa si vuol farne di qui a qualche anno, solo una grande astanteria? E non dovevano già essere maturi i tempi per la riapertura del punto nascite?

Invece della sua riapertura, per la quale tante battaglie sono state fatte, sentiamo dire che l’ostetricia finirà, può finire nello stesso reparto di chirurgia.

Si vogliono dare, una volta per tutte, garanzie certe ai cittadini licatesi sul loro diritto alla salute e a un’assistenza sanitaria ottimale? Si vogliono dare ai tanti infermieri laureati certezze sul lavoro che cercano e non trovano?

La sanità siciliana è un problema estremamente serio: i suoi manager, per non essere rimossi, sembrano eseguire soltanto il diktat della riduzione della spesa, in un settore in cui indubbiamente c’è stata larga mano negli anni passati; ma dove, nonostante tutto (lo sappiano bene Crocetta e il suo assessore al ramo), con i tagli lineari bisogna usare molta cautela. Può permettersi la Sicilia un infermiere ogni undici pazienti?

I quindicimila attualmente in servizio non bastano a garantire l’assistenza, senza cui gli ammalati nei reparti (e soprattutto nelle astanterie) rischiano di contrarre infezioni.

Si vuole in Sicilia, signor Governatore, la malasanità o la buona sanità? Si vuole a Licata un ospedale sempre più depotenziato? Sono queste le domande dei cittadini e di tutti gli operatori sanitari. Che non possono avere da chi li governa, come finora è avvenuto, risposte generiche e demagogiche.

Gaetano Cellura