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renzi-770x57711Oggi ad Agrigento – Tempio della Concordia se qualcuno ancora non lo sa – si incontrano due convinti d’esser bravi a raccontare la favola di un’Italia e d’una Sicilia inesistenti. Il senso dell’ospitalità non ci manca: e quindi accogliamoli bene nel capoluogo della nostra provincia, anche se le province sono state abolite ma i prefetti rimasti in carica.

Renzi e Crocetta hanno scelto la Città dei Templi per firmare il Patto per la Sicilia. Tradotto, questo Patto significa soldi in arrivo da Roma per le infrastrutture dell’Isola. E Crocetta se ne mostra contento. Lui vede tutto roseo da tempo. Ovunque vado – dice – “la gente mi applaude”. Lo applaude?

La maggioranza dei siciliani dunque è soddisfatta del suo governo, a sentir lui. E la loro frustrazione, le divisioni nel Pd sulla sua ricandidatura dove le mettiamo? Non sono mai state – dice – un problema riguardante i suoi rapporti con Renzi, sempre ottimi naturalmente. Se qualche problema c’è, questo riguarda quelli con i renziani di Sicilia e con quanti nel Pd siciliano parlano di primarie per scegliere il prossimo candidato governatore. Lui intanto ci fa sapere di essere candidato a prescindere. Nemmeno un patto elettorale dunque potrà fare con Renzi ad Agrigento. Altro che patto per la Sicilia.

I due guardino intorno la realtà delle cose. E vedranno la Sicilia dei viadotti che crollano a pezzi. Ne aggiusti uno e ne crolla un altro nei collegamenti nevralgici. La Sicilia dei rifiuti per le strade, delle reti idriche da rifare e dei depuratori che non funzionano. La Sicilia dei comuni in dissesto finanziario. E poi del Muos, delle trivelle, dei giovani disoccupati, delle famiglie disperate, degli immigrati che sbarcano a centinaia ogni giorno e non sai più dove metterli.

Matteo Renzi  parlerà delle sue riforme. Ci dirà che hanno avuto il plauso di Obama. Ma se non ce n’è una che funziona? Che ne sa il presidente americano dei pasticci combinati con il Jobs Act, con la “buona scuola”, con gli ottanta euro che alcuni lavoratori devono restituire, con il canone Tv nella bolletta che (grazie all’Iva) ci costa più di prima? Ha letto Obama il testo di una riforma elettorale che, se vince il Sì, creerà in Italia un premierato senza contropoteri reali? Sa davvero com’è ridotto il nostro paese, dove i giovani emigrano e i pensionati muoiono di fame?

Il tempo delle favole è finito. O forse no. E tutti – governanti e governati – vogliamo restar bambini. Ma ai due affabulatori che si incontrano ad Agrigento manca lo smalto di Sherazade per creare l’atmosfera incantata delle Mille e una notte.

Gaetano Cellura