di Gaetano Cellura Nessun presidente del consiglio è mai arrivato a tanto nel parlamento italiano. Dissacrare la storia di cui è figlia – e dal mio punto di vista degenere – l’attuale Unione europea. Dirò di più: neppure nessun liberale autentico l’ha mai fatto. E per la semplice ragione che lo spirito del Manifesto di Ventotene è ben più elevato del suo carattere socialista, pur evidente. Unire i popoli d’Europa, porre fine ai nazionalismi esasperati che avevano prodotto dittature fasciste, due guerre mondiali, catastrofi, lager e genocidi era, voleva essere innanzitutto un’aspirazione di pace durevole. Ma si era nel 1941: le sorti della guerra ancora favorevoli alla Germania e il suo dominio militare sul continente una possibilità concreta. Gli uomini che lo scrissero – Spinelli, Rossi e Colorni – erano antifascisti al confino politico nella piccola isola ed eredi della dottrina risorgimentale e federalista di Carlo Cattaneo: “O l’autocrate d’Europa o li stati uniti d’Europa” diceva il pensatore milanese. Non solo: sia Spinelli che Rossi e Colorni non si riconoscevano nel socialismo realizzato nell’Unione Sovietica, e dal quale avevano preso le distanze. E pensavano dunque a un’Europa federale e democratica. In tempi di guerra e di fascismi di cui il Vecchio Continente ribolliva. Fuori da quel contesto il Manifesto di Ventotene si può pure criticare. Se ne può criticare l’aspetto socialista o socialisteggiante. Ma a condizione a questo punto che si critichi pure la nostra Costituzione, che è più socialista che liberale, frutto cioè anch’essa del tempo in cui è stata scritta e votata. E la presidente del consiglio Meloni dovrebbe saperlo. Perché sulla Costituzione, essenzialmente antifascista come antifascista è il Manifesto di Ventotene, ha giurato.
Quel Manifesto si può criticare. E l’Unione di oggi, principalmente monetaria, ne è addirittura una palese contraddizione. Ma non si può leggere la storia ad usum delphini. Altro dovrebbe dirci la presidente del consiglio in questo momento: e cioè con quali idee, senza ricorrere alle armi, si costruisce la pace in Europa.