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Risibile la difesa di Biden, il suo discorso alla nazione. Eravamo lì per combattere il terrorismo. Guerra finita, dunque. Finita ignobilmente. Con tanti nodi irrisolti. E un futuro incerto. Ma non volevate, vent’anni fa, esportare la democrazia, presidente Biden? Non avete per questo (falso) motivo dichiarato guerra all’Afghanistan e all’Iraq?

Dite la verità dopo vent’anni. Almeno lei, Presidente, dica che quelle due guerre, scaturite dall’attentato alle Torri Gemelle, erano sbagliate sin dalla radice. E sono state inutili. La testimonianza di un imperialismo già in crisi. In crisi allora e di più oggi. La guerra contro l’Iraq l’occasione per regolare vecchi conti con Saddam: non c’entrava niente con l’11 Settembre. E per catturare Bin Laden non serviva l’apparato militare più potente del mondo. Ma un’operazione di polizia, benché complicata.

Impressionante la facilità con cui la storia si ripete. E con cui tornano attuali – in questo nostro mondo di leader miopi, in questo nostra civiltà esausta – parole e frasi del passato. Pensavamo di non dover più rivivere un altro Vietnam. E l’abbiamo al contrario davanti a noi. Proprio ora: in Afghanistan si ripetono le scene di Saigon: la sconfitta e il ritiro dei soldati americani, un popolo in fuga dall’occupazione e dalle vendette e violenze. Dei Vietcong allora. Dei Talebani oggi. Proprio ora risuonano le parole di Churchill dopo la Conferenza di Monaco e la resa politica a Hitler: “Potevate scegliere tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra”. Basta cambiare la parola guerra con la parola terrorismo e il senso è tragicamente, disonorevolmente identico.

Mai s’è vista un’exit strategy così sconclusionata. Dopo vent’anni di risorse umane ed economiche sprecate, di missioni militari di pace dell’Occidente e di caduti per difenderne i cosiddetti valori dall’Islam armato abbiamo scelto il disonore e ridato forza e potere al terrorismo.

Gaetano Cellura