Caro Scalfari, proprio non ci siamo. Glielo dico con tutta la stima e da lettore assiduo dei suoi editoriali compreso quello di oggi. Veltroni e Occhetto dei liberali di sinistra e Bettino Craxi no? Non le sembra un modo di falsificare la storia? La sua ostilità politica nei confronti dell’ex leader del Partito socialista non può arrivare a tanto: escluderlo dalla tradizione del liberalsocialismo di cui lei – con la sua storia e con le sue “creature”, l’Espresso e Repubblica – si è sempre ritenuto parte integrante e ora uno dei pochi epigoni, se non il solo. Quanto tempo ancora dovrà passare per rivedere il giudizio su Bettino Craxi e non circoscriverne la storia politica alla sola vicenda giudiziaria? Quanto ne dovrà passare per riconoscergli i giusti meriti? Craxi vide lontano, per l’Italia e il suo governo; per le prospettive riformiste della sinistra italiana, quando quelli che lei cita come liberalsocialisti, Veltroni e Occhetto, ancora credevano nel sol dell’avvenire e non avevano il coraggio politico, compreso l’attuale Presidente della Repubblica, di muovere non dico una critica forte, ma una sola critica al socialismo reale. Tanto di cappello per Gobetti, La Malfa, Bobbio e gli altri da lei citati nell’editoriale di questa domenica; tanto di cappello per lei e per giornali come l’Espresso e Repubblica, ma ignorare (credo volutamente) Craxi quando si parla di socialismo liberale, e a favore di Occhetto e di Veltroni, mi sembra ingiusto e storicamente sbagliato. Come vogliamo considerarlo altrimenti Bettino Craxi? Non fu sul terreno della modernità della sinistra, del socialismo liberale e democratico, del rifiuto del marxismo, del giudizio di condanna senza appello dell’esperienza sovietica cui il Pci rimase (pur con molte riserve) sempre legato che, appena eletto segretario del Psi, marcò subito le distanze da Berlinguer? Non fu uno dei primi a sinistra a capire che con il comunismo, in Italia e in Europa, non si andava da nessuna parte? Lo rifaccia, caro Scalfari, l’elenco storico dei liberalsocialisti italiani e se (forse per ragioni personali) non vuol metterci Craxi, almeno vi tenga fuori Occhetto e Veltroni. Con quella storia, loro sì, nulla hanno a che spartire.
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Gaetano Cellura
(La presente viene inviata a Eugenio Scalfari, La Repubblica piazza Indipendenza Roma)
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